Profumi d’oriente: il falafel incontra la New Morning del Ducato
Il Falafel è un cibo di strada o “street food”, per dirlo con un termine più alla moda, tra i più conosciuti, ormai diventato patrimonio dell’umanità come la pizza. Se siamo in cerca dell’abbinamento perfetto, la succulenza (intesa come capacità di creare liquidità nel cavo orale), l’untuosità (che a seconda dell’abilità del cuoco sarà più o meno percettibile) e la dolcezza (tipica nei legumi) vanno contrastati con una birra che abbia una buona sensazione di calore alcolico, una freschezza ripulente ed un amaro abbastanza deciso.
L’incontro perfetto e definitivo è con la New Morning del Birrificio del Ducato, della serie “ma dove eri stato fino ad oggi?”. Saison con un olfatto molto fresco, dominato dalle note floreali, con un sapiente uso della camomilla, ma che andando più in profondità rivela anche importanti speziature, con ricordi quasi orientali e sicuramente pepati. Pepi diversi che si nascondono tra loro (qui sta la grande abilità del birraio), e soprattutto non rivelano se la loro provenienza è data da un’aggiunta fisica o è raggiunta in fase fermentativa dal lavoro del lievito.
In bocca ha tutto quello che serve per ritrovarsi catapultati a mangiare Falafel, magari non in una friggitoria di Beirut Nord, ma piuttosto in un piccolo bistrot gestito da algerini di seconda generazione nella Provenza del sud con i campi di lavanda in fiore.
Insomma ci si stupisce del creato.
La ricetta del Felafel
Ingredienti:
500 g di ceci secchi
4 spicchi di aglio
2 cipolle
50 g di prezzemolo fresco
1 cucchiaino da caffè di cumino in polvere
1/2 cucchiaino da caffè di bicarbonato di sodio in polvere
sale
olio extravergine di oliva
La base sono i ceci (raramente le fave), ma sono da evitare accuratamente quelli in scatola, anche perché non vanno mai lessati, ma solo ammollati per almeno un giorno, meglio ancora un giorno e mezzo. Scolateli bene e frullateli, fino ad ottenere un composto quasi cremoso, con le cipolle, l’aglio ed il prezzemolo. Aggiustate di sale e speziate con il cumino. Dovete avere ancora la pazienza di lasciar riposare il composto per una mezza giornata, dopo aver aggiunto il bicarbonato. Formate dunque delle piccole polpette leggermente schiacciate con le mani bagnate nell’acqua e friggetele in abbondante olio extra vergine di oliva, fino a una leggera doratura. Imprescindibile l’accompagnamento di tahina, conosciuta anche come burro o crema di sesamo, e verdure fresche.
Articolo pubblicata sul nr 2 di Fermento Birra Magazine