Pinte e videogiochi: la birra di Wild Hunt

wild-huntL’appeal della birra, specie artigianale, continua a crescere ovunque nel mondo e prosegue l’espansione “orizzontale” del proprio potere di seduzione: un’espansione diretta cioè a corteggiare e a stabilire contaminazioni con altri settori dell’industria e della creatività. Nelle nostre news abbiamo dato conto, lungo i mesi passati, di operazioni quali quella delle bottiglie dedicate ai supereroi della Justice League, testata fumettistica americana della DC Comics; o quella della linea targata Ommengang (negli Usa, ancora) ispirata alla serie tv di genere fantasy Game of thrones (titolo, sugli schermi italiani, tradotto come Il trono di spade).

Ebbene, siamo a un nuovo e diverso capitolo: in questo caso la “pinta” va a cimentarsi in una sfera animata, sì, da disegni, ma in computer grafica; e, sì, osservabile in video, ma non quello dei televisori, bensì dei pc, appunto. Il tutto per una birra legata a un videogioco di ruolo, in inglese Rpg (Role playing game): che si chiama Wild Hunt e che costituisce il terzo capitolo di una saga più ampia, The Witcher. Il lancio del software è abbinato alla produzione, in tiratura limitata, di etichette recanti le immagini dei personaggi della sceneggiatura, basata sulle vicende di esseri umani geneticamente modificati (witcher) e dotati di speciali abilità: visione al buio, agilità e forza superiori, longevità maggiore, resistenza ai veleni.