Nasce MoBI, associazione culturale in difesa dei consumatori di birra
A Pianeta birra il 14 febbraio è stata presentata una nuova associazione composta da alcuni volti noti del mondo della birra artigianale italiana. Si tratta di MoBI, contrazione di Movimento Birrario Italiano, un nuovo soggetto che si affaccia sulla scena birraria con l’intento di rappresentare i legittimi interessi dei consumatori di birra. Nello spazio di Birra & Sound Davide Bertinotti, Monica Dapiaggi, Massimo Faraggi, Lorenzo Dabove (Kuaska) e Luigi D’Amelio (Schigi) ci hanno illustrato il loro progetto sulla creazione di un movimento di consumatori consapevoli. La parola più gettonata dai soggetti proponenti è stata “indipendenza”. Il concetto che è stato ribadito è l’assoluto distacco di MoBI da qualsiasi interesse economico, che si traduce nel divieto assoluto di associazione per qualsiasi produttore o distributore, così come afferma Kuaska:
Ma veniamo agli obiettivi dichiarati: primo fra tutti rappresentare e tutelare gli interessi dei consumatori di birra, ad esempio attraverso una maggiore informazione sui produttori e sulle birre o incoraggiando una politica di prezzi più bassa, promuovere la birra di qualità e il suo consumo consapevole, promuovere la produzione casalinga di birra, favorendo ad esempio lo scambio di informazioni e promuovendo l’accesso ad una ampia offerta di attrezzature e materie prime.
Sentiamo cosa ci dicono a proposito Schigi e Massimo Faraggi:
Concretamente gli obiettivi saranno perseguiti attraverso l’organizzazione di appuntamenti, seminari, convegni e rassegne. Alcuni eventi, come si può leggere sul sito, sono già in calendario, tra cui due concorsi dedicati agli homebrewers già realizzati in passato come Una Birra in Versilia (LU), organizzato gli anni precedenti con la collaborazione dell’associazione Ars Birraria, e Una Birra per l’Estate di Piozzo (CN).
Naturalmente una maggiore consapevolezza del consumatore passa attraverso una maggiore cultura birraria del bevitore stesso. Per questo una delle prime azioni di MoBI sarà proprio quella di favorire la crescita di consumatori consapevoli, promuovendo sia lo scambio di informazioni riguardanti produttori e birre sia la formazione di degustatori. Come ci spiegano in questa video-intervista Schigi e Massimo Faraggi:
La nascita di MoBi solleva alcune riflessioni. Sicuramente l’associazione rappresenta una novità che va a riempire un vuoto effettivamente presente, ma un dubbio aleggia nell’aria: questa frantumazione del settore birra artigianale, la creazione di così tante anime e parrocchie, è effettivamente un bene per il suo sviluppo o piuttosto un freno? Sicuramente considerate le esigue risorse del settore era auspicabile una maggiore comunione di intenti e un lavoro corale tra i protagonisti della birra artigianale italiana. Così non è stato e allora non rimane che sperare che i progetti nati in questo ultimo anno dai diversi soggetti in campo (UnionBirrai, Consobir, Mobi, ADB, CERB, Assobirra, Slowfood), in alcuni casi con intenti sovrapposti, possano effettivamente portare ad una sana competizione interna e ad una collaborazione tra le parti più che ad una guerra improduttiva.
Restiamo a guardare fiduciosi..
sono totalmente d’accordo con le parole di Max! :-)
Scrivi di frantumazione e di parrocchie…
L’ecumentismo birrario ha funzionato in passato, portando la birra artigianale dagli scantinati ai telegiornali nazionali. Grazie a Unionbirrai e molti appassionati (tra i quali mi ci metto). Ma ora ha un senso l’ecumenismo? Non è invece dannoso mischiare le eccellenze con i sofisticatori? E’ giunto il momento che ognuno persegua i propri interessi e solo così il mondo birrario italiano crescerà oltre la fase pionieristica. E’ mia opinione che manchi una vera associazione di categoria dei birrai artigianali (e auspico questa sia Unionbirrai). I consumatori si daranno, spero, la loro… In seguito si potrà collaborare su più fronti, ma con chiarezza di intenti e trasparenza da parte di tutti.
Sono convinto che il superamento della fase pioneristica passi attraverso la creazione di nuove realtà come associazioni e consorzi o la nascita di un disciplinare. Secondo me però il mondo della birra artigianale ha bisogno di tutte le forze in campo per fare massa critica, e quindi, nonostante le divisioni, il gioco di squdra dovrebbe rimanere. La mia preoccupazione è quella di vedere in futuro più consorzi, qualche disciplinare, un paio di premi della birra, e tre marchi di qualità, ad esempio. In tal senso parlo di frantumazione e di energie sprecate.