La battaglia dei lieviti: secchi vs. liquidi
Riguardo alla necessità di effettuare uno starter per il lievito secco, l’opinione negativa proviene da un esperto della Fermentis (produttore appunto di SAFale e degli altri più conosciuti lieviti secchi) durante una conferenza a Birrissima – della quale non ho ritrovato la trascrizione. A parte la necessità o meno di aumentare il numero di cellule, si segnalava anche un possibile effetto negativo: con uno starter effettuato ad esempio uno o due giorni prima si riattivano le cellule di lievito in anticipo, ma a quel punto la grande quantità di cellule si trova in competizione per un numero di risorse limitato. Insomma, a meno di non fare uno starter davvero sovradimensionato rispetto alla cotta che si vuol fare, si rischia di avere alla fine “meno” cellule attive (invece che di più) proprio perché molte di esse si risveglierebbero ma… solo per morire di fame! Questa osservazione porta anche al consiglio di effettuare la reidratazione con un anticipo limitato (ad es. 30 minuti) rispetto al momento dell’inoculazione. Altre opinioni sono diverse: proprio di recente su it.hobby.birra sono stati riportati risultati per cui, al contrario, si consiglia uno starter anche per il lievito secco.. insomma è un campo in cui è difficile avere certezze!A questo punto credo che ciascuno debba cercare di raccogliere tutti gli elementi, rimettere eventualmente in discussione le sue certezze ma poi trarre le proprie conclusioni, basate sulla teoria ma anche sulla pratica e la propria esperienza. La mia è anzitutto che i lieviti secchi vale almeno la pena di sperimentarli… anch’io sono abituato a usare i liquidi (quando diversi anni fa ho cominciato a “fare la birra sul serio”, i secchi avevano una cattiva reputazione, e i liquidi erano un “must”) e di lieviti secchi non ne ho provati tanti, ma quei pochi mi hanno abbastanza soddisfatto. Piuttosto che uno starter, userei magari due bustine (in realtà ne uso una ma facendo cotte piccole, intorno ai 12-13 litri), reidratando con acqua.
Per passare dalla teoria alla pratica, ho pensato di fare una cotta di birra dividendo in due parti il mosto e fermentandolo con due lieviti diversi, uno secco e uno liquido. Si tratta (nelle intenzioni) di una sorta di “belgian barleywine”, sulla base di una mia ricetta di BW inglese ma con lieviti – e parte dei malti – di provenienza belga: qualcosa che potrà forse essere similealla Bush di Dubuisson. La OG era piuttosto elevata (1098-1100).
Ho prodotto una quantità limitata (12 litri) divisi in due parti di sei litri. Una l’ho inoculata con lievito Wyeast 1388 (busta da 125 ml Activator, attivata e gonfiata ma senza starter); l’altra con T-58 (bustina da 10 gr, reidratata in poca acqua). Considerate le piccole quantità di mosto, penso che il numero di cellule fosse adeguato. La fermentazione, avvenuta a poco meno di 23°C, è stata molto veloce, in particolare per il T-58, che ha svolto praticamente tutto il suo pesante lavoro in meno di 36 ore, un record! Ecco il confronto:
OG 1098-1100
lievito 1388 T-58
36 ore 1042 1024/25
3 gg 1028 1024
5 gg 1022 1024
finale 1021/22 1024
La velocità di fermentazione (addirittura eccessiva per il T58) e la attenuazione si sono rivelate perfettamente soddisfacenti con queste quantità di lievito. La parte più interessante sarà il confronto organolettico, l’assaggio insomma, ma per questo si dovrà aspettare, dato che al momento in cui scrivo la birra è stata appena imbottigliata!
il lievito da me usato quello nella confezione della coopers lager mi ha fatto tantissima schiuma addirittura mi e’ uscita dal fermentatore quale problema posso avere?
grazie