Tutto parte da una ricerca statistica made in UK, dalla quale si evince che il 79% delle donne inglesi non beve birra, e dal tentativo di una grande azienda di convincerle, invece, a farlo. Il grande gruppo birrario che ha raccolto la sfida è la Molson Coors, colosso da 9.700 dipendenti e sede a Montreal e Denver, stabilimenti produttivi in terra anglosassone a Burton on Trent, Alton e Tadcaster e che detiene una quota del mercato inglese superiore al 20%, che recentemente a fatto parlare di sé per aver messo sul mercato una nuova birra, la Animée. In realtà sono tre lager, o meglio, la stessa lager declinata in tre varianti, tutte “create” per convincere le donne ad avvicinarsi al mondo della birra. Come? Ovviamente andando incontro ai gusti delle donne in fatto di bevande, gusti scandagliati per due anni da uno studio specifico, commissionato dalla grande industria birraria.
Le tre varianti della medesima birra sono state denominate clear-filtred (che sarebbe la lager “standard”), crisp rosè (lager con “gusto” alla rosa) e zest lemon (lager al limone): 4% vol. ciascuna e 107 calorie, quasi il minimo sindacale per entrambi i parametri. Difficile non pensare al progetto Animée come ad una pura e semplice operazione di marketing, con un occhio attento più agli introiti che alla filosofia. Da più parti è stato fatto notare che l’idea di una birra “per sole donne” si è rivelata storicamente un fallimento, e quindi il riproporla non potrà che andare incontro alla medesima sorte. C’è chi invece ritiene, molto più sensatamente, che sia una contraddizione in termini lanciare sul mercato un prodotto per avvicinare una parte dei consumatori (o dei non-consumatori, in questo caso) al consumo di birra e che della birra sembra non avere né l’aspetto e né il sapore (per di più venduto in bottiglie di vetro trasparente, un’“eresia” per i tradizionalisti).
Di positivo, in questo progetto c’è, o perlomeno sembra esserci, la volontà di modificare, almeno in parte, la tradizione anglosassone tipicamente maschilista in fatto di birra, che va nettamente in controtendenza nei confronti degli altri paesi europei, nei quali la birra è vissuta molto di più come bevanda unisex (in Spagna, ad esempio, il 40% del volume totale della birra venduta è consumata dalle donne). Staremo a vedere come il progetto-Animée funzionerà da quelle parti, e se questo tipo di marketing prenderà piede anche dalle nostre parti, sempre più “influenzate” dalle massive strategie di vendita messe in atto dalle multinazionali del settore.
di Alberto Laschi