Veniamo a noi. Già nei numeri scorsi abbiamo parlato dello xantumolo e di come questo componente della birra abbia potenziali proprietà antitumorali. Parte dello scetticismo nasce dal fatto che i suoi meccanismi d’azione sono ancora oscuri. Esistono in realtà alcuni esperimenti che dimostrano come lo xantumolo sia in grado, a basse concentrazioni, di inbire l’angiogenesi in modelli di microvasi umani. In pratica, si coltivano le cellule dei microvasi e si misura la velocità con cui si muovono e proliferano, assumendo che lo stesso fenomeno avvenga intorno ad una lesione tumorale. Altrettanto interessanti sono gli esperimenti condotti da un gruppo tedesco, che ha dimostrato come un tumore impiantato su animali da esperimento cresca molto più lentamente quando questi sono trattati con xantumolo. Il rallentamento (e a volte la regressione) dei tumori si è associato a ridotta angiogenesi, come se lo xantumolto tagliasse il rifornimento di carburante (sangue) alla formazione cancerosa.
Ricordiamo che gli studi sono ancora all’inizio, ma sono abbastanza interessanti da far progettare, già oggi, birre arricchite di xantumolo. Della complessa relazione tra alcool e tumore (e salute in generale) parleremo con calma nei prossimi numeri. Nel frattempo ricordiamo di bere poco e bene, perchè il consumo moderato di birre di qualità ci permette di introdurre sostanze che, probabilmente, hanno azioni protettive sulla nostra salute.
Prof. Francesco Visioli
Université Pierre et Marie Curie, Paris