
Visitando vari siti su internet si possono trovare diverse soluzioni. Noi abbiamo avuto la possibilità di utilizzare dei cornelius keg americani (quelli da coca-cola, per intenderci) con gli attacchi jolly. Sebbene avessi a disposizione anche altri tipi di attacchi, questi sono più economici ed i keg sono più facili da lavare, grazie all’apertura in alto. Presso il rivenditore Celli abbiamo comprato questi attacchi assieme ai raccordi John Guest ed a qualche metro di tubo per co2 e birra. Per quel che riguarda la colonna, abbiamo studiato diverse offerte sulla rete, considerandole poco vantaggiose (spesso allo stesso prezzo si compra un cobra nuovo, considerato che comunque non necessitavamo di più di una via). Caso volle che, sempre dallo stesso rivenditore, si trovò un’offerta, un’occasione, su un tipo di colonna, che ci venne quindi a costare veramente poco! A questo punto, tornati a casa, il lavoro necessario si è ridotto solamente nel collegare tramite gli attacchi rapidi le varie parti, riempiendo un fusto d’acqua, e quindi provare a spinare la prima acqua di rubinetto alla spina esistente! Questa soluzione permette anche di utilizzare i fustini da 5 litri, dato che, con un’apposita pinza, si può inserire uno spinone all’interno e, con due John Guest, di attaccare rispettivamente la via della co2 e della birra.
Per quel che posso dire sull’infustamento, consiglierei di non utilizzare più di 1g/l di zucchero per la rifermentazione. Eventualmente, si andrà poi a saturare il fusto attaccando la bombola di co2 per mezza giornata. L’esperienza, poi, aiuterà comunque nel regolarsi per gli infustamenti successivi. Un’ultima cosa. Vi sono in gioco bombole, pressioni e quant’altro: fate sempre attenzione! Finire un fusto di birra non significa svuotarlo: al suo interno vi sarà sempre una discreta pressione. Bisogna ricordarsi sempre di sfiatare e di fare attenzione quando si maneggia il tutto!