Birre degustateBirre italiane
Birra Madre del birrificio Menaresta
Birra Madre è una di quelle birre che confermano l’opinione diffusa per cui l’assenza di una tradizione unita alla creatività dei nostri birrai fanno del nostro paese una miniera birraria tutta da scoprire.
La sfida dei ragazzi di Menaresta, Enrico Dosoli e Marco Rubelli, appare ardua: creare una birra partendo dal lievito madre, ovvero quella flora selezionata e custodita gelosamente dal panettiere, composto da lieviti e batteri che in maniera spontanea hanno attaccato gli zuccheri della farina. Se si ama la birra e la si produce è difficile non rimanere affascinati anche dalla panificazione, per le affinità di due prodotti uniti dal “miracolo” della fermentazione.
L’amicizia con Davide Longoni, panificatore in quel di Realdino, località brianzola sul fiume Lambro, sommata al fascino per il Lambic, tipologia belga a fermentazione spontanea, ha fatto scattare la molla: far “vivere” la birra con il fermento del lievito naturale, ricco di lieviti e batteri autoctoni della valle del Lambro. Un lambic? Lieviti e batteri selvaggi ci sono, però in questo caso non sono catturati dal mosto di birra che riposa in vasche aperte, ma dalla pasta madre del panettiere che viene “inoculata”, ovvero introdotta dal birraio per far partire il processo di fermentazione. Forse allora è meglio chiamarlo “Lambric”, simpatico nomignolo affibbiato alla birra dagli amici del birrificio Manerba situato a Carate Brianza nella valle del Lambro, non certo vicino al Pajottenland.
La sfida dei ragazzi di Menaresta, Enrico Dosoli e Marco Rubelli, appare ardua: creare una birra partendo dal lievito madre, ovvero quella flora selezionata e custodita gelosamente dal panettiere, composto da lieviti e batteri che in maniera spontanea hanno attaccato gli zuccheri della farina. Se si ama la birra e la si produce è difficile non rimanere affascinati anche dalla panificazione, per le affinità di due prodotti uniti dal “miracolo” della fermentazione.
L’amicizia con Davide Longoni, panificatore in quel di Realdino, località brianzola sul fiume Lambro, sommata al fascino per il Lambic, tipologia belga a fermentazione spontanea, ha fatto scattare la molla: far “vivere” la birra con il fermento del lievito naturale, ricco di lieviti e batteri autoctoni della valle del Lambro. Un lambic? Lieviti e batteri selvaggi ci sono, però in questo caso non sono catturati dal mosto di birra che riposa in vasche aperte, ma dalla pasta madre del panettiere che viene “inoculata”, ovvero introdotta dal birraio per far partire il processo di fermentazione. Forse allora è meglio chiamarlo “Lambric”, simpatico nomignolo affibbiato alla birra dagli amici del birrificio Manerba situato a Carate Brianza nella valle del Lambro, non certo vicino al Pajottenland.
Già prima ancora dell’assaggio si capisce di avere a che fare con una birra diversa dal solito. Schiuma assente, colore dorato/aranciato leggermente velato. Il naso lo conferma entusiasmandoci con i profumi citrici, le virate speziate, le note fruttate come mandarino e mela verde, accompagnate dai tipici off-flavors delle birre a fermentazione spontanea. Anche se le sensazioni di cantina, muffa, funghi secchi non prendono mai il sopravvento, per la felicità di chi non ama troppo le puzze/non puzze e per il dispiacere di qualche feticista…
A noi è piaciuta la Birra Madre, anche per quel suo finale molto secco che arriva dopo un ingresso pieno, avvolgente, subito seguito dall’onda astringente, quasi tannica. Birra che garantisce beva, complessità e stupore. Non sarà un lambic, ma chi ama il genere non rimarrà deluso.
A noi è piaciuta la Birra Madre, anche per quel suo finale molto secco che arriva dopo un ingresso pieno, avvolgente, subito seguito dall’onda astringente, quasi tannica. Birra che garantisce beva, complessità e stupore. Non sarà un lambic, ma chi ama il genere non rimarrà deluso.
Birrificio Menaresta |
Birra Madre |
Fermentazione: Spontanea Colore: Dorato velato Gradi Alcolici: 4,8° vol. Bicchiere: Tumbler Servizio: 8-10°C |