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Birra artigianale in Israele, è boom

Israele realtà fuori dal tempo e (in parte) daIsraelelle logiche del mondo occidentale? Qualcuno risponderebbe di sì: sicuramente, però, è vero il contrario rispetto al contagio della birra-mania che (principalmente sull’onda della curiosità generata dal movimento artigianale globale) imperversa un po’ ovunque nel mondo. Un’epidemia nei confronti della quale neanche la Nazione del Vecchio Testamento si è rivelato immune: anzi, a dimostrare l’esatto opposto c’è il consuntivo  del Jerusalem Beer Festival, manifestazione che, nata nel 2004, ha festeggiato quest’anno le proprie 11 candeline con numeri più che importanti, a partire dagli oltre 150 prodotti in assaggio, tra locali e internazionali.

Laa rassegna ha offerto l’occasione anche per fare il punto sulla diffusione del consumo di chiare, ambrate e scure nelle città e nei locali della Terra Promessa (dove in realtà la tradizione brassicola ha radici antichissime, plurimillenarie). Ebbene, dal 2010 a oggi, il Paese ha visto una forte crescita delle unità produttive, con 20 birrifici autorizzati e con lo scalpitare di tutta un’agguerrita ed entusiasta flottiglia di micro, i cui nomi (per citarne alcuni) corrispondono ai vari Alexander, Dancing Camel, Jem’s Beer Factory, LiBira, Shapiro. Insomma, quella porzione di  Medio Oriente si presenta estremamente ricettiva e desiderosa di novità: una possibile direttrice di mercato, magari, per gli stessi marchi craft italiani…