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Birra al ristorante: Open Roma

open romaNelle pagine della nostra rivista abbiamo già presentato l’Open di Roma sia come birreria che come progetto Open Baladin. Il locale però oltre ad una offerta birraria a dir poco notevole, ben 44 le birre alla spina e circa cento quelle in bottiglia tutte artigianali italiane, si è fatto apprezzare fin dall’apertura anche per la proposta gastronomica. In cucina, o meglio in “fucina”, come ama chiamarla, troviamo quel Gabriele Bonci apprezzato e decantato per le sue creazioni lievitate. Certo diviso com’è nei suoi altri impegni, Pizzarium e Bir&Fud, non è facile beccarlo tra i fornelli specialmente adesso che “al fuoco” ha messo anche la TV, prestando la sua esperienza e capacità comunicativa alla trasmissione “La prova del cuoco”. Comunque la sua mano si avverte fin dalla filosofia che anima il menu capace di nobilitare i classici cibi da strada. Massima qualità delle materie prime e cotture perfette trasformano cibi Street e Fast Food in sfiziosità da degustare lentamente. Si possono ordinare le classiche polpette, o le romane rosette ripiene con la coda alla vaccinara o con la trippa, oppure ancora le “scrocchette” di patate, fuori croccanti e dentro morbidissime. Niente è dato al caso e la semplice patatina all’Open diventa Fatatina, splendidamente croccante servita con del ketchup artigianale. Ai dolci invece pensa  invece Andrea de Bellis, ed è un bel pensare, con creazioni mai banali che stupiscono e seducono. Di seguito riportiamo l’esperienza di Terry Nesti nel locale capitolino.

Una birreria può pensare di offrire qualcosa al di là dei panini? Ebbene sì, un’altra birreria è possibile. Stasera siamo a Roma, in via degli Specchi, all’Open Baladin, il locale è allegro e chiassoso con una scelta di birre davvero impressionante. Il menù è ampio, non ci sono primi piatti, ma comunque non mancano le sfizioserie, di carne, di pesce e di verdure. A dominare sono patate e carciofi, ma non mancano le tagliate e persino la battuta al coltello del Consorzio La Granda. Insomma un mix di romanità e piemontesità, guarda caso le origini dei due ideatori del locale Leonardo di Vincenzo e Teo Musso, senza dimenticare comunque i classici panini, tanto amati da Luca Bonci. La mia scelta è caduta su “Ali di pollo fritte marinate nella Reale”, piatto ben eseguito, bello anche alla vista, anche se il passaggio nella birra non aveva lasciato tracce; ottima la salsa con una nota di liquirizia. molto piacevole. Ad accompagnar ho scelto la Karkadè dell’Olmaia, birra prodotta esclusivamente per l’Open: colore ambra carico tendente al rosato, un cappello di schiuma bianco e compatto, il naso evidenzia subito una buona acidità, rispettata in bocca dove affiorano pompelmo rosa e le note del Karkadè, birra di grande bevibilità perfetta per il fritto a cui regala pulizia e secchezza. Subito dopo mi sono stati serviti baccala e carciofi fritti: il carciofo è nella migliore tradizione romana, una pastella supercroccante ed un ripieno tenero ma non moscio. Il baccalà presenta lo stesso involucro croccante, ma stasera era leggermente salato, per fortuna avevo l’arma con cui combatterlo: la Champagnale di Scarampola. La birra all’apparenza si presenta molto simile alla precedente, ma al naso si avverte subito una minore acidità e un’importanza maggiore dei lieviti, in bocca ha una grande rotondità, fresca aperta inizialmente, secca nel retrogusto un’altra birre da fritto in forma strepitosa. Il dolce finale è un gioco divertente, il sacher Burger alterna dentro un panino di pan di spagna, una musse di nocciola e una gelatina di arancia, accompagnate da confettura di ribes. Scenicamente attrattivo (viene voglia di metterselo in bocca e ingoiarlo come un novello Poldo di Braccio di Ferro), il gusto risponde alle attese in una fusione degli elementi che richiama la mitica torta austriaca in una decostruzione e ricostruzione degli elementi di base. Ad accompagnarlo una Brune di Baladin, spillata a pompa. Colore impenetrabile, schiuma cappuccino, al naso caffè, orzo e fava di cacao, in bocca emerge una nota di liquirizia dolce (rotella Haribo), la birra si sposa in maniera sublime con il dolce, equilibrando la dolcezza intensa della confettura e portandola su note più attenuate.

Ma siamo in un locale che ha cento etichette e non deve mancare la birra della staffa: Geisha del burrificio Troll, colore rossiccio tendente al terra bruciata, schiuma lieve e quasi inconsistente, un naso speziato ed alcolico, in bocca questa burley wine si esalta di note dolci, quasi di composta di frutta (cotogna?), sentori di prugna secca californiana e chiodi di garofano. Insomma, se siete in visita a Roma un passaggio da via degli Specchi è irrinunciabile, il concetto della cucina è un mix di street food di alto livello e tradizioni regionali. Il personale dell’Open è molto preparato nell’ambito birrario e vi potrà aiutare al meglio a destreggiarvi nella vastissima offerta.Un consiglio: quando ordinate non fate come me, il servizio è comunque da birreria e non da ristorante, dunque se ordinate due piatti vi arriveranno praticamente in contemporanea. I prezzi? Tutte le birre alla spina nel Teku 5 euro (la barley wine 10cc), ali di pollo 9 euro, baccalà e carciofi 12, sacher burger 7.

Open

via degli Specchi 6 – Zona Campo de’ Fiori – Roma
info e prenotazioni allo 06/6838989