Beer Pong, il gioco birrario preferito dagli americani

Vi è mai capitato di entrare in un pub frequentato principalmente da clientela americana e notare all’angolo della sala un nugolo di persone starnazzanti ammassate attorno a un tavolo? Bene. Se avete pensato che quello non era il posto ideale per gustarvi una birra in santa pace e girato i tacchi in cerca di altri lidi, avete senz’altro fatto la scelta giusta. Se invece, spinti da curiosità – o più semplicemente era quello l’ultimo pub aperto in zona – vi siete avvicinati avrete con ogni probabilità assistito ad un appassionante incontro di beer pong, un vero cult d’Oltreoceano. Un vero e proprio sport se chiedete delucidazioni.

Il gioco è abbastanza semplice: la sfida si svolge uno contro uno o coppia contro coppia. Ad ogni estremità del tavolo sono sistemati a triangolo dieci bicchieri grandi, rigorosamente di plastica, riempiti per metà circa di birra. Soprassediamo sulla qualità della stessa: valutare la cremosità della schiuma, i profumi, o ancora provare a capire lo stile che l’ha ispirata non è lo scopo di questo momento ludico. Ogni concorrente tira a turno una pallina da ping pong verso la piramide altrui: ad ogni bicchiere centrato l’avversario si “scola” il contenuto, ovviamente accompagnato dagli sberleffi del cecchino e le urla di incoraggiamento della curva amica. Chi per primo è costretto a finirsi la batteria di birre perde, oltre ad aver ormai elevato il suo tasso alcolico ben oltre i limiti legali. E’ comunque non domo, pronto a rilanciare la sfida. Sempre sostenuto dal pubblico, è chiaro. Sempre riciclando la stessa pallina, ormai rotolata sotto i tavoli del locale e passata da un imprecisato numero di mani.

L’identikit del giocatore tipo è abbastanza definito: età semi-adolescenziale, innata propensione al tracannamento, soglia di tolleranza all’alcol inversamente proporzionale al livello acustico raggiungibile. Ragazzi o ragazze non importa, quelle che conta è essere americani. E’ negli States infatti che questo gioco ha addirittura una storia. Sembra sia stato inventato a cavallo fra gli anni ’50 e ’60 per allietare le serate al Dartmouth College di Hanover, nel New Hampshire. La versione originale era più fedele a quella sportiva, giocata con vere palette da ping pong. Negli anni ’80 si è affermata invece quella attuale, chiamata anche – non si sa poi per quale motivo – Beirut e vissuta con grande trasporto dai giovani locali.

Ora, se la cosa può in effetti lasciare abbastanza indifferenti, resta comunque l’aspetto “sociale” della faccenda. Negli Stati Uniti infatti il beerpong è preso piuttosto seriamente. A parte le ditte che vendono kit portabicchieri, palline e tavoli dai motivi sgargianti, esiste addirittura un torneo. E’ il The Best Series of Beerpong, che ogni hanno raccoglie a Las Vegas centinaia di partecipanti – oltre 600 nell’ultima edizione – fra cui i più grandi esponenti di questa emozionante disciplina. Non poteva ovviamente mancare un lauto premio ai vincitori, 50.000 dollari.

God bless America..