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Achel perde il marchio trappista

A fine 2020 gli ultimi due monaci dell’abbazia di Notre-Dame di Saint-Benoît, ad Achel in Belgio, hanno dovuto ritirarsi per motivi legati all’età e alla salute. Nessuno però verrà a sostituirli, almeno nel prossimo futuro, e così la mancanza di vocazione, da tempo lamentata dal Vaticano, finisce per incidere anche nel mondo della birra. Senza monaci a realizzare e sovrintendere il processo produttivo infatti decade una della tre condizioni necessarie all’ottenimento del famoso logo esagonale che certifica un prodotto come “trappista”.

Le altre due condizioni – produzione all’interno del monastero e investimento dei proventi nella comunità monastica o opere di bene – verranno comunque mantenute, ma la birra che verrà prodotta d’ora in poi non potrà più fregiarsi del famoso marchio. Quanto successo ad Achel non si tratta però di un caso isolato. Come ha fatto notare padre Nathanael Koninkx, abate di Westmalle, anche gli altri monasteri trappisti soffrono pesantemente questa condizione, soprattutto se si pensa che quasi la metà degli attivi ha già raggiunto l’età per il ritiro. Che dire: per non perdere il marchio trappista non basta avere fede, servono anche i monaci!