Sono stati da poco resi noti i risultati dell’annuale edizione del concorso birrario internazionale World Beer Awards 2011. Sui concorsi birrari che si svolgono in giro per il mondo e che spuntano sempre di più, nei più disparati posti, come funghi, si potrebbe scrivere di tutto e di più: non diciamo che lasciano tutti il tempo che trovano, ma non tutti, è certo, sono all’altezza del compito autoassegnatosi. Il World Beer Awards è uno fra i concorsi birrari più conosciuti: giunto, quest’anno, alla quinta edizione, si svolge tradizionalmente a Londra, sotto la “supervisione” del noto scrittore di birra inglese Roger Protz, che coordina una folta giuria divisa per ambiti continentali, Europa, America e Giappone. Comunque è un criterio. Ciascuna delle birre viene degustata “alla cieca”; le migliori per ogni stile birrario di ciascuna regione produttiva vengono poi degustate (sempre alla cieca) l’una contro l’altra in un secondo round, per poter decretare alla fine quali siano le migliori birre al mondo per ciascun stile. I risultati, nella loro sintesi, sono consultabili sulla home page del sito del concorso, ma quest’anno l’organizzazione ha deciso di fare ancora di più: è scaricabile, sempre dal sito ufficiale, un vero e proprio book di 110 pagine nel quale sono elencate, con una bella veste grafica, tutte le birre che hanno vinto un qualsiasi riconoscimento.
Che io ricordi, è la prima volta, in assoluto, che succede. Venendo ai nomi, miglior birra al mondo, per questo 2011, è stata decretata la Weihenstephaner Vitus, una weizen bock tedesca prodotta dal più antico birrificio del mondo; altre birre vincitrici, a livello mondiale, nelle singole categorie, Rodenbach Gran Cru, Samuel Adams Double Bock, Deschutes Hop Henge, Harvey’s Imperial Extra double stout. Scorrendo la classifica, molti nomi noti, ma anche tanti illustri sconosciuti (almeno dalle nostre parti); per la prima volta, credo, una birra della Mongolia, la APU Borgio prodotta ad Ulan Bator, sale agli onori del podio, essendo stata proclamata non solo la miglior lager/pils asiatica, ma addirittura, la miglior lager/pilsner del mondo. Nessuna birra italiana ha ricevuto premi e/o riconoscimenti, a differenza della recentissima edizione del Mondial de la Biere di Strasburgo, dove Birra Amiata e Tenute Collesi hanno portato a casa una medaglia d’oro a testa. Il “problema” del WBA (e di molti altri concorsi)? Non c’è la lista ufficiale dei birrifici e delle birre partecipanti: un grosso limite per capire l’autorevolezza di un concorso.