Piccoli birrifici crescono: visita al birrificio campano Karma

Regione che vai, birrifici che trovi. E’ ormai la regola non scritta che, oltre a riempirci il bicchiere, è capace di regalare anche laddove meno te lo aspetti spunti per una tappa, rigorosamente birraria. E’ il caso del Karma, che dalla piccola Alvignano, nella provincia a nord di Caserta, ha saputo diventare in pochi anni uno dei protagonisti principali del movimento campano.

Artefice di questa ascesa è Mario Cipriano, birraio e disponibilissimo padrone di casa, che ci ha aperto le porte del suo quartier generale lungo Corso Umberto I, la statale che taglia a metà il paese. Un mini ufficio con annessa sala produzione dove abbiamo scambiato due chiacchiere, ripercorrendo la sua storia dalle prime cotte casalinghe, cominciate nel 2006 e ispirate dalla forte amicizia con Jurij Ferri del birrificio Almond ’22, e coronata nel 2007 con l’apertura del Karma. Un nome ben augurante certo, ma che ricorda anche l’unione delle iniziali di Mario e di Carmela, la sua compagna.

lemonale

Agli inizi l’impegno era concentrato esclusivamente nei fine settimana, il mio impiego principale era nel campo dell’acqua, lavoravo per la Lete” ci racconta “Le difficoltà una volta buttatomi a tempo pieno nel birrificio non sono state poche. Ho incontrato parecchia diffidenza, mancanza di cultura. Oggi le cose, anche grazie alle tante serate e degustazioni fatte nei dintorni, sono decisamente migliorate. Viste le piccole dimensioni del birrificio ho scelto di legarmi molto al territorio, utilizzando per le mie birre alcuni dei suoi prodotti più tipici”.

Un esempio per tutti la LemonAle, forse la birra più conosciuta del Karma, la prima fra l’altro realizzata da un Mario ancora alle prese con i pentolami da homebrewer: “è stata la mia numero uno, una cotta del 21 agosto 2006”. Il nodo con la Campania è rappresentato dall’aromatizzazione con bucce di limoni di Sorrento, che conferiscono ulteriore freschezza a questa birra ispirata alle blanche belghe, speziata con coriandolo e prodotta con malto d’orzo e di segale.

Seconda nata e costantemente in gamma è la Cubulteria, antica città da cui discende Alvignano, altra birra fortemente caratterizzata che ben testimonia l’estro e l’entusiasmo con cui Mario ha deciso di interpretare questo lavoro: speziatura con cannella e bucce d’arancia, utilizzo di un piccola percentuale di frumento, l’impatto olfattivo di questa belgian ale è decisamente carico ed intrigante, per niente appesantito da un tenore alcolico abbastanza sostenuto (siamo sui 7°) per una chiara che resta pericolosamente beverina. Altri omaggi alla sua terra e alle sue tradizioni: la Centesimale, nata per festeggiare le cento cotte del birrificio e divenuta un altro must. Birra di un bel colore rosso rubino, oltre all’utilizzo di mosto cotto di Pallagrello – vitigno autoctono del casertano, passato dai fasti borbonici al quasi abbandono fino all’odierno recupero da parte di un pugno di eroici viticoltori locali – vede la presenza della campanissima mela annurca; la ‘Na tazzulella ‘e cafè, con il nome che è tutto un programma (come il richiamo al più conosciuto rituale dell’ospitalità meridionale), imperial stout indelebilmente marchiata dall’aggiunta in produzione di caffè in polvere della storica torrefazione napoletana Passalacqua rinforzato dalla moka a fine cotta. A completare una linea davvero ampia e in continua crescita ci sono la Radica, dorata con uso di radici di genziana, liquirizia e zenzero, la Carminia, ambrata ispirata alle IPA anglosassoni, la Marylin, altra chiara dall’accattivante impatto agrumato e di frutta dolce, e ancora la Amber Doll, ambrata con miele di castagno. Va poi aggiunta la De Rinaldi, belgian strong ale appositamente realizzata per il pub Historia della vicina Pugliannello, speziata con anice e uvetta

Ma Mario poteva forse fermarsi qui? Conosciuto lui, e soprattutto respirata la passione che ci butta, la risposta va da sé: certo che no. Ecco allora gli ultimi ingressi in birrificio: la Experience 1.0, evoluzione della LemonAle con passaggio in botti utilizzate per l’affinamento del Pallagrello; la Roxy, dal nome della figlia Rossella, con speziatura di pepe rosa, coriandolo e boccioli di rosa; la Brama, tripel d’ispirazione con aggiunta di mosto d’uva; la Witbier, forse la più estiva assieme alla LemonAle, ispirata all’omonimo stile ma arricchita di avena e farro, oltre all’utilizzo di fiori di camomilla e bacche di cardamomo in aromatizzazione.

Insomma, un autentico vulcano produttivo Mario, legato alla sua terra e irrimediabilemnte attratto – senza però diventarne schiavo – dal mondo delle spezie, con cui si diverte a giocare e sperimentare. Sono circa 80.000 le bottiglie prodotte ogni anno in questo piccoli birrificio, che guida in prima persona con il supporto di Walter Di Lillo, che gli dà mano in produzione, in imbottigliamento, e più in generale ladove c’è bisogno.

Fra una chiacchiera e l’altra si affacciata dalla porta d’ingresso una coppia sulla cinquantina, probabilmente marito e moglie, incuriositi dalle birre che Mario ha brevemente raccontato. L’acquisto si è dirottato su alcune bottiglie di LemonAle, che i due hanno deciso di portare la sera stessa come aperitivo a una cena con amici al posto del solito prosecco. Anche a queste latitudini sembra che il vento stia cambiando..

Birrificio Artigianale Karma

Tel. +39.0823.869117 – 328.8280951 – 346.8592002
C.so Umberto I, 291  – Alvignano (CE)
www.birrakarma.com
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