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Vale la pena: il Ministro Giannini bagna l’anno scolastico con la birra di Rebibbia

Una birra per inaugurare l’anno scolastico. D’accordo il boom delle artigianali; d’accordo la crescente consapevolezza che chiare, ambrate e brune possono avere un rango all’altezza di qualsiasi cerimonia ufficiale; d’accordo che – per quanto abbiamo appena detto – doveva pur succedere di assistere prima o poi, anche in Italia, a un battesimo “bagnato” a orzo e non a uva. Ma colpisce che la fattispecie si sia verificata tra i banchi di un’aula: significativamente a contatto, cioè, con quel mondo giovanile rispetto al quale la classe dirigente del Paese tende talvolta a perdere un reale contatto.

L’episodio ha per protagonista il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini; che a Roma ha presenziato all’apertura dei battenti del birrificio allestito all’interno dell’Istituto tecnico agrario Emilio Sereni, formulando il suo personale “In bocca al lupo” con il degustare proprio un sorso della birra qui brassata.

Vale la pena

La quale ha peraltro una peculiarità assai edificante: si chiama Vale la pena ed è frutto del lavoro “in team” tra gli studenti capitolini e un gruppo di detenuti di Rebibbia, in regime di vigilanza attenuata. Il tutto nell’ambito di uno specifico progetto promosso, con i Ministeri “Istruzione” e “Giustizia”, dallo stesso Istituto Sereni e dall’associazione “SemidiLibertà”, soggetto senza scopo di lucro operante nella formazione di lavoratori svantaggiati e nel loro inserimento occupazionale. Durata dell’iniziativa, 16 mesi: con finanziamenti parte statali e parte della onlus organizzatrice, l’obiettivo è formare 9 ospiti del carcere romano, in condizione di semilibertà, alle competenze da mastro birraio. E poi dare seguito all’esperienza costituendo una cooperativa sociale che proseguirà l’attività di grassaggio, assumerà 5 dei detenuti coinvolti e continuerà a erogare corsi professionali.