Tripel del birrificio Zeeburg
Client brewer dalla gamma non certo frastornante per numero di etichette (Weizen, doppelbock e Tripel), il marchio olandese Zeeburg – con sede legale ad Amsterdam – si è, per il brassaggio, affidato negli anni (dal 2011 in poi) a diversi contoterzisti, tra i quali al momento ha trovato una collaborazione stabile con l’onnipresente De Proeuf. Molto quotata dal rating (sia popolare che di critica) la bassa fermentazione d’ispirazione tedesca, ma nella fattispecie poniamo però sotto la lente la sorella Tripel.
A noi non è dispiaciuta, trattandosi di una bottiglia alquanto ageé (acquistata nel 2013 giusto in occasione di una puntata nei Paesi Bassi), nonostante ciò (o forse proprio in virtù di tale circostanza) ha dato, di sé, una prova più che dignitosa, fin dalla mescita. Ancora consistente la schiuma (e durevole; e fitta), il colore sembrava a sua volta non aver risentito di principio d’ossidazione alcuno, esibendo una bella tonalità dorata, attraversata dalle prevedibilmente dense velature. Il naso, poi, pur con propensioni liquorose già in atto, non aveva per questo perso contatto dalle tematiche più fresche; univa anzi i due filoni, in un ventaglio ampio e divertente: pasta frolla, caramello e (soprattutto) miele; fiori bianchi (gelsomino e sambuco), frutta matura (banana, ananas, pesca e pera), spezie (vaniglia e pepe, un chiodo di garofano leggerissimo), il tutto senza un estere in eccesso, senza stucchevolezze o, men che meno, scivolamenti in territorio solvente. Idem la bocca, per niente svigorita, si rivelava piena (ovvio: prevalentemente dolce e solo bordata di rifilature amaricanti), coesa e calda nella discesa sul petto. Equilibrata decisamente bene, insomma: tanto da dissimulare i propri, non pochi, 8.2 gradi alcolici. Veemente, con discrezione.
Tripel del birrificio Zeeburg
Fermentazione: alta
Stile: Tripel
Colore: dorato-ambrato
Gradi Alcolici: 8.2% vol.
Bicchiere: Tulipano svasato
Servizio: 10-12 °C