Prende il largo, a Viareggio, il “nuovo corso” del Birrificio degli Archi, iniziato a dicembre scorso con l’uscita della Matilda American Ipa (la prima “Usa style” del marchio versiliese) e il simultaneo debutto – affidato proprio alla “di lei etichetta” (vedi sotto) – della “rivoluzione grafica” firmata Dario Frattaruolo. Ebbene, il vento dei cambiamenti continua a soffiare: tanto da far decollare quello che potremmo chiamare il progetto “Single Pub Beers”; ovvero, l’avvio di un percorso di creazione di “birre dedicate” ciascuna a un singolo locale della città o comunque del territorio. L’idea – nata nell’alveo dell’avvio (altro elemento di trasformazione) di una collaborazione organica con il birraio Michele Menchini, ex homebrewer che andrà a operare in team con l’altro creativo di casa Archi, Marco Ferro – parte in questi giorni con il lancio di tre special labels. I loro nomi? “Joshua Teresa” Summer Ale, “Quindici” Apa ed “Electric Bitter” Esb; ognuna delle quali è, appunto, realizzata in esclusiva per un locale-cliente.
Ora, al di là degli aspetti di mera strategia commerciale, a monte di questa operazione c’è una visione più ampia, di prospettiva. L’obiettivo “in filigrana” è infatti quello di confezionare una linea di prodotti adatta a essere somministrata in contesti di vendita non specificamente vocati, e votati, all’artigianato brassicolo e ai suoi passionisti già formati; prodotti, in sostanza, di grande bevibilità e, perciò, di più agevole accesso anche da parte di “palati” generici: che possano, in questo modo, essere conquistati alla causa “craft”, spostando su di essa quote di consumo finora appannaggio dei brand industriali. Non a caso, dopo l’entrata in pista di queste tre prime etichette speciali, la teca delle “Single Pub Beers by Archi” sembra già destinata ad allargarsi (e presto).