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Sardegna: Beer To Coast. Da Oristano a Sassari

Dopo il pieno di mare e birra fatto nel cagliaritano siamo pronti per abbandonare momentaneamente scogliere mozzafiato e spiagge paradisiache per cogliere la bellezza selvaggia, a tratti arida e a tratti rigogliosa, dell’interno. Nel nostro viaggio verso il nord non abbiamo saputo trattenerci infatti dal deviare per Sedilo, paesino dell’oristanese famoso per la processione di Ardia (vedi box), per i cavalli che potete incontrare tranquillamente per strada, e, per i luppolo-dipendenti, per il brewpub Horo. Sergio Ciulu birraio e fondatore è una persona umile e appassionata che a differenza di tanti suoi coetanei ha deciso di non abbandonare la sua terra e di realizzare nel 2008 un sogno a dir poco coraggioso: una birreria con locale di produzione annesso nel vecchio “tzillèri” di famiglia (antico locale di mescita e vendita di vino e birra). La gamma, realizzata con impianto da 2hl (200 gli hl annui) è composta da birre ben congeniate nella loro semplicità: prodotti di grande equilibrio, per grandi bevute. Durante la nostra visita abbiamo trovato particolarmente in forma la Pilsner, una dorata fresca e fragante divisa come da copione tra le note maltate e quelle erbacee dei luppoli tedeschi. Niente male anche la Monaco, color rosso rubino dalle piacevoli note tostate e mielate e l’ultima nata, la Dunkel Weizen, capace di fondere senza spigolature gli esteri tipici della banana con il torrefatto (cacao) dei malti. Il tempo, scandito dai boccali, passa in fretta nel caratteristico spazio all’aperto della birreria. Se quando uscite c’è ancora il sole (in caso contrario ricordatevi che il birraio possiede vicino anche un comodo B&B) visitate le colline circostanti per ammirare il suggestivo paesaggio che il Tirso, il fiume più lungo della Sardegna, impreziosisce con un lago formato da uno sbarramento artificiale. Non dimenticate inoltre che il territorio di Sedilo pullula di siti archeologici, tra cui spicca il complesso nuragico di Iloi.

Una volta appagato corpo e spirito sarete pronti per l’ultima tappa, Sassari, che ci permetterà di conoscere una promettente novità il P3 Brewing Company. Giacomo Petretto e Pierpaolo Peigottu, i due soci fondatori fanno sul serio. Ce ne accorgiamo una volta entrati nel capannone quando vediamo, per la prima volta durante il nostro viaggio, gli spazi adeguati per un progetto serio anche in termini dimensionali. Qui la filosofia produttiva prende spunto dalla tradizione anglosassone. Ne sono un fulgido esempio la Speed, golden ale davvero ben fatta, di facile approccio e dalla grande beva come ribadisce il nome, e la 50 Nodi (50 come gli IBU) un’IPA che luppoli inglesi americani e neozelandesi marchiano di frutta esotica e di un intenso agrumato. Chiude la gamma la Turkunara, un’imperial stout vellutata dai toni non eccessivamente tostati che incontra il gusto anche dei meno avvezzi allo stile. Durante la visita abbiamo avuto la fortuna di assaggiare anche una one-shot molto interessante (speriamo venga rifatta), realizzata con chips di rovere aromatizzati con whisky scozzese Talisker per i 110 anni della squadra di calcio della Torres e prodotta in soli 500 esemplari e solo nel formato da due litri: sorprendente per complessità, profondità, equilibrio tra note torrefatte e sensazioni sapide. A breve prevista l’uscita di una quarta birra e l’aggiunta del formato da 33cl. Segnatevi il nome che dei ragazzi del P3 Brewing ne risentiremo parlare.

Qui, alle porte di Sassari, finiscono le nostre dritte anche se in città sono previste alcune imminenti aperture di birrerie degne di nota (rimandiamo a fermentobirra.com gli aggiornamenti), e anche nella vicina Alghero (non perdetevi il tratto costiero che porta a Bosa) passeggiando nelle vie del caratteristico centro ci si può imbattere sempre più spesso in qualche cartello con la scritta “birre artigianali”. Inequivocabili segnali che i tempi stanno per cambiare, perlomeno per noi birrofili, in meglio.

Sapevate che: Ardia e la festa di San Costantino

L’Ardia si svolge nelle giornate del 6 e 7 luglio durante la festa di San Costantino Imperatore. Una processione a cavallo che termina con tre tappe al galoppo verso il Santuario del Santo che, nel 312 d.C., sconfisse nella battaglia di Ponte Milvio l’usurpatore di Roma Massenzio. I Capicorsa radunatisi davanti la casa parrocchiale ricevono tre stendardi benedetti, mentre il cavaliere che guida la processione viene designato nei mesi precedenti. A lui spetta il compito di raggiungere per primo il Santuario, evitando che i restanti cavallerizzi, simboleggianti la paganità, lo superino. Se questo avvenisse sarebbe il simbolo della vittoria del paganesimo sul cristianesimo, oltre che un terribile affronto sul piano personale al capocorsa, occasione soprattutto in passato per regolare qualche conto in sospeso tra famiglie. Al termine della corsa il corteo riconsegna nelle mani del parroco gli stendardi che serviranno, otto giorni dopo, per celebrare l’Ardia a piedi.