Quelli che… comprano birra al supermercato
Birra e GDO: per molti un matrimonio impossibile. Il miraggio di trovare birre di qualità a prezzi contenuti è, quasi sempre, una chimera. Il consumatore consapevole si butterà sulle poche perle che la grande distribuzione regala ma chi di birra proprio non ne capisce un’acca, come si comporta? Semplice, mi sono appostato di fronte ad uno scaffalone di birre in un ipermercato il Sabato mattina e ho osservato. Ecco una breve raccolta dei tipi da GDO.
L’uomo della grigliata
Compra rigorosamente bottiglie da 0,33 di una marca vista in TV. Sceglie quella che costa meno perché ha già investito troppo nei sacchetti per fare i cubetti; ha visto che gli americani fanno così: contenitore pieno di ghiaccio e bottiglie infilate dentro tipo bambola vudù del buongusto e allora replicherà paro paro. Carica il carrello e sorride, forse pensando alla gara di rutti post grigliata….
L’uomo che c’ho la mia marca preferita
Arriva, carica e riparte alla velocità di un pit stop di formula uno. L’unico lusso che si concede alle volte è calcolare se gli conviene di più la lattina o la bottiglia. Ma spesso una delle due la scarta perché “è meno buona/più gassata/sa di ferro”
L’uomo di domani, che oggi non c’ha una lira
Quasi/appena maggiorenne fa del prezzo la sua unica discriminante. E vai di cartonata di birra (sì quella che c’ha scritto sull’etichetta “birra” e basta, manco un nome, e che suona come una minaccia) rigorosamente in lattina. Se gli chiedessimo “perché hai scelto quella?” risponderebbe che tanto le vomiterà tutte. E chi siamo noi per non sentire un accenno di nausea a guardarle?
La femmina che la birra non le piace
Mamma/moglie/fidanzata di fronte allo scaffale si chiede “ma qual’è quella che gli piace tanto? Era verde…mi pare…” E alla fine prende quella birra lì. Quella che tutti dicono sia artigianale ma invece no, perché costa di più e allora è più buona di sicuro.
La coppia che ha amici a cena
Lui pensa che scegliere la birra sia compito suo. Lei è tutto un “Ma sei sicuro che a Mario piaccia?”, “Ma l’altra volta quale avevamo preso?”, “Guarda questa col tappo a macchinetta che fa scena e costa poco”, “Ma sei matto,? Prendi le bottiglie PICCOLE”, “Questa la conosci?”, “Amò prendi la Weiss che a Giulia piace”, “Oh questa fa 9 gradi, così a una certa all’amico tuo (single ndr) gli vien sonno e se ne va”, “Amò, scegli tu. Basta che poi gli piaccia”, “Amò, guarda, i tovaglioli di Hello Kitty in offerta!!!”. E lui capisce che neanche la birra può scegliere in pace. E prende quella da 9 gradi. Per sé.
Quello che si da un tono
Non ne capisce nulla. Davanti a tutti questi demoni, queste abbazie e a ‘sti francesismi non sa che fare. E allora legge le etichette, cerca di intuire ma alla fine prenderà sicuro una di quelle col tappo di sughero tipo sciampagn. E la sera, quando la stapperà alla cena con gli amici, dirà “non so se vi piace, è un po’ particolare, ma sapete, a me quelle gialle e gassate non dicono niente”. Alle dieci sarà in coma etilico perché due abbazie da 75 gelate lasciano il segno.
Quello che è a chilometro zero
Prende solo birre italiane. Poi magari le fanno delle megamultinazionali in Romania o in Grecia perché costa meno. E magari non si accorge che le birre fatte in Italia hanno nomi stranieri. Peccato che la sua buona fede rimanga intrappolata nei labirinti della GDO. Però avrà la soddisfazione di sentirsi un po’ un rugbista mentre beve a canna la sua bionda “italiana”.
Quello che la roulette russa
Appena vede una marca nuova la compra senza battere ciglio: che sia una weizenbock o una porter poco cambia. A volte si ritrova al pranzo della domenica a stappare una Radler. Glaciale la berrà tutta, senza battere ciglio perché sa di avere i nervi di graffite e sa di essere il boia di se stesso.
Quello che erano mesi che aspettava
Ha il carrello pieno di Orval in offerta. A casa lo aspetta un mega cazziatone visto che ha dimenticato metà delle cose che doveva comprare. Ma continuerà ad avere il sorriso sulle labbra fino a lunedì perché sa di aver fatto l’affare. Ovviamente metà del carico lo ha messo in cantina perché vintage è meglio.