Pasqua forever: l’uovo impanato sposa la Boskeun di De Dolle

La domenica di Pasqua si avvicina, ecco puntuale un abbinamento birra-cibo, perfetto per il pranzo pasquale! II titolo corretto doveva essere “L’uovo di Cracco”, Carlo, chef tristellato in Milano, ma vista la semplicità – da uovo di Colombo – e le piccole variazioni alla ricetta originaria, il più generico “impanato” ci sta tutto.

L’uovo si ingolla in due, massimo tre morsi, e dopo ciascuno di questi il wasabi vi costringerà a calmare quell’ ”effetto Lapo” che vi sale verso la cima del naso con qualcosa di estinguente. La Boskeun, easter beer di Kris Herteleer, deus (e mai come in questo caso questa definizione è calzante) ex machina di De Dolle, è una fucilata di 10 gradi alcolici mascherati sotto la frutta sciroppata (pesca, ananas) ed una netta e piccante nota pepata che si avvertono sia al naso che sul palato. È dedicata al coniglietto dei boschi (Bos-Keun) che si risveglia in primavera, ed è il soprannome (pare per le orecchie) di Jo, uno dei due cofondatori del birrifcio, fratello di Kris.

La Boskeun attende l’uovo, e soprattutto il wasabi, contrapponendosi non con la forza ma, quasi con una tecnica di Aikido, sfruttando la potenza avversaria a suo vantaggio. L’alcool asciuga alla perfezione la cremosità interna dell’uovo e l’amaro, ben presente nella birra anche se celato sotto fattezze morbide, contrasta molto bene la dolcezza. Ne risulta un abbinamento perfettamente integrato dal punto di vista organolettico, meno da quello quantitativo, nel senso che avrete bisogno di un‘intera bottiglia di Boskeun a fronte di un paio di ovetti. Ma questo non è assolutamente un problema…

Uovo impanato

Ingredienti:
6 uova
300 g di pangrattato
Wasabi
Olio di arachide

uova panato

Prendete un uovo fresco e, con grande perizia e maestria, separatene il rosso, depositandolo in maniera molto delicata in una fondina che avrete riempito di pangrattato, con il quale lo ricoprirete prima di depositarlo in frigo. Ora abbiate la pazienza di attendere tre, meglio quattro ore, prima di ritirare la ciotola, in cui troverete l’uovo perfettamente impanato e quasi “maneggiabile” grazie alla minore umidità assorbita dal pangrattato. Immergetelo con la tecnica del “deep frying” nell’olio di arachide quasi fumante e guardate solo l’orologio: 25/30 secondi al massimo e fuori tutti! Avrete una perfetta sfera croccante con all’interno un cuore ancora morbido. Qualche petalo di sale di Maldon se volete esagerare (il fino va benissimo) e, variante personale, al letto di spinaci proposto da Cracco nella versione originale sostituite sotto ogni uovo una spennellata di wasabi, la minacciosissima crema verde giapponese.

Articolo pubblicato sul nr. 3 di Fermento Birra Magazine