Molte, anche in queste settimane, le etichette “new entry” nell’arena delle produzioni artigianali italiane. Partiamo da una collaboration brew, quella tra Oxbow Brewing Co. (Maine, USA) e il Birrificio del Ducato (Parma). L’amicizia fra Tim Adams e Giovanni Campari ha dato vita dopo la Oud Brunello e la Saison dell’Aragosta, ad una nuova birra ispirata allo stile Grisette (uno stile che Tim di Oxbow conosce bene visto che gli ha dedicato ben 7 etichette) luppulata con coni provenienti esclusivamente dall’Europa (il progetto si chiama Vecchio Mondo anche per questo motivo) con aggiunta di frumento e farro. Spostiamoci a Roma, per fare idealmente visita alla ciurma di Rebel’s, la cui vena creativa si concretizza, nella fase presente, in un paio di creazioni. La Serial Tripel è un peso medio-massimo da 8 gradi, brassata con lieviti belgi e una speziatura affidata al tandem coriandolo-bergamotto; la Black Viking è invece un’Imperial (Belgian) Stout, nata dalla collaborazione con gli svedesi di Sad Robot: scura, 9.2 gradi, fermentata con ceppi da Witbier, aromatizzata con bergamotto.
A Martellago, sede del Bav (Birrificio Artigianale Veneziano), è uscita l’edizione 2016 della stagionale Pimpi, ricetta costruita attorno alla zucca (pumpkin in inglese): come sempre esemplari selezionati attraverso una lunga serie di assaggi, poi stufati e infine caramellati, onde dare slancio alla robustezza del sorso, in termini non sia di corporeità, sia di portata alcolica (si raggiungono i 7.2 gradi), per una beva intensa ma disinvolta. Continuiamo il nostro giro a nord-est, per l’esattezza a Lagnasco (Cuneo), bussando al portone del Birrificio della Granda. Qui vede la luce l’undicesima etichetta della casa, la Pulp, progettata – da Ivano Astesana e dalla sua squadra di collaboratori – sulle fondamenta di una Berliner Weisse, ma con l’intervento di un ospite d’onore fortemente territoriale. Si tratta dell’albicocca piemontese (molto diffusa fra Langhe, Roero e Monferrato, con una punta di diamante rappresentata dalla Tonda di Costigliole di Saluzzo), la quale, in forma di purea, va a dar vita a una “Apricot Sour Beer” dalla bassa gradazione (siamo a quota 3.9), ma dalla forte personalità sensoriale.
In Calabria a Nocera Terinese (Catanzaro) ‘A Magara “vara” la sua Merendella, elaborata (per un tenore alcolico di 5.4), con quantità generosissime di merendelle appunto: nettarine tradizionalmente coltivate in un ristretto areale tra Vibo Valentia, Lamezia Terme e Catanzaro. Profumata, leggera, di un amaricante lieve e invece delicatamente acidula, richiama esattamente le fattezze di frutto-cardine.