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Teo Musso del Baladin nominato nel consiglio direttivo di AssoBirra

Nel giorno della conferma di Piero Perron, presidente di Heineken Italia, alla presidenza di Assobirra, la vera novità è l’elezione di un rappresentante dei microbirrifici nel consiglio direttivo dell’associazione degli industriali della birra e del malto. L’assemblea di Assobirra infatti, oltre a confermare Perron per la terza volta consecutiva, ha nominato i seguenti consiglieri: Alfonso Bosch (Birra Peroni), Franco Thedy (Birra Menabrea), Alberto Frausin (Carlsberg Italia), Chris Cools (AB InBev Italia), Stefano Micucci (Birra Castello) e Teo Musso (Birra Baladin).

Sicuramente ai più apparirà quanto meno particolare la presenza di un rappresentante di un piccolo birrificio vicino a colossi del calibro di Heineken ed AB-Inbev. Dopo l’ingresso di alcuni microbirrifici importanti nell’associazione degli industriali, come Le Baladin e Birra del Borgo, la presenza di un volto come Teo Musso conferma la volontà di AssoBirra di scommettere sulla birra artigianale. Certo, la carica appare quantomeno simbolica, nel senso che è impensabile che il peso “mosca” dei micro, con l’1% scarso del mercato della birra, possa far pressione sulle decisioni  finali. Assobirra ha comunque più volte ribadito come la valorizzazione della birra artigianale può portare benefici all’intero comparto birra, sostenendo la teoria della comunità degli intenti e della differenza tra i due prodotti. In effetti anche i grandi marchi puntano decisamente da qualche anno su un riposizionamento delle proprie etichette e su un consumo “nobile” della birra in particolare a tavola. Importante dunque sarà mantenere distinte le due realtà soprattutto a livello di comunicazione.

Gli ottimisti possono quindi sorridere pensando a Teo Musso come portavoce del mondo artigianale, come rappresentante delle esigenze e delle istanze dei microbirrifici. Anche perché è proprio Teo in persona ad essere ottimista e a credere fermamente nella sue scelte, come si legge da una lettera giunta poche ore fa in redazione:

Piozzo 23.06.2009

Il movimento della birra artigianale nato in italia verso la metà degli anni ’90 sta finalmente prendendo consapevolezza e consistenza, forte oramai di circa 250 artigiani che operano sul territorio e di oltre 600 etichette che, pian piano, stanno entrando sul mercato, sia italiano che estero, con una pregevole nomea di qualità ed immagine. Riflettendo su tutto questo ed essendo convinto che a questa evoluzione, come a tutte le evoluzioni, per avere risultati positivi deve seguire una adeguata regolamentazione qualche mese fa ho deciso di associarmi ad AssoBirra così da avere una voce in capitolo come artigiano italiano in un mondo che sembrava parlare solo di birra industriale. È così che con lo stesso entusiasmo di sempre, e convinto dell’importanza dell’avere una voce in grado di esporre le problematiche e le esigenze molto diverse di noi artigiani della birra, ho accettato la recente proposta di entrare nel consiglio direttivo di AssoBirra. Alla luce di ciò vorrei auspicarmi che tutti coloro i quali hanno finora apprezzato il mio impegno per il mondo birrario, per i quali e per tutto il movimento mi rendo disponibile al cento per cento, mi aiutino a fare una volta di più la differenza così che la qualità del prodotto italiano possa continuare a conseguire i lusinghieri risultati e riconoscimenti finora raggiunti.

Teo!

 

 

2 Commenti

  1. Come passare dalle cuffie ai fermentatori, alla filtrazione dei lieviti cantanti.
    Come passare dall’amicizia con Jean Louis Dits (mi piacerà sentire il suo pensiero di rude e fine Vallone) all’abbraccio con Alfonso Bosch (Birra Peroni), Franco Thedy (Birra Menabrea), Alberto Frausin (Carlsberg Italia), Chris Cools (AB InBev Italia), Stefano Micucci (Birra Castello).
    Da oggi in poi alla “Filiera moralmente controllata” mancherà un passaggio chiave.