Un sogno diventato realtà: birra italiana protagonista a Bruxelles
Un festival di birre italiane al Moeder Lambic di Place Fontainas a Bruxelles. La prima domanda che sorge spontanea è: perché?! Siamo nella mecca della birra, la meta di ogni beer hunter, di ogni appassionato. Un luogo magico dove trovare birre tradizionali, le fermentazioni spontanee e le varie bruin, blonde, tripel, birre insomma che hanno fatto la storia, alle quali si stanno affiancando recentemente anche nuovi prodotti, con luppolature più ardite, magari americane. Oltretutto il Moeder è il tempio delle fermentazioni spontanee e della nouvelle vague belga. Un pub che lotta al fianco dei birrifici per riportare il mercato belga verso le migliori birre, che sa scegliere il meglio e, al tempo stesso, guidare anche alcuni produttori.
Ma se due anni fa l’idea di un festival dedicato alle birre italiane sembrava davvero fantascienza, oggi, alla luce di tutto ciò, ha un senso. L’Italia è uno dei paesi emergenti, i migliori birrifici italiani sono tra i migliori birrifici al mondo. Da quasi un paio di anni, quando viaggio per il Belgio, è frequentissimo che produttori e publican mi chiedano delle birre italiane, anziché sciorinarmi le novità del Belgio. Sempre più persone, all’estero, sono incuriosite da ciò che succede nel panorama brassicolo italiano. Molti hanno curiosità su birre che hanno assaggiato o di cui hanno sentito parlare. L’Italia ha dignità di stare, con le proprie birre, allo stesso tavolo dei paesi di grande tradizione!
Resta comunque una sospresa: “Bruno, avresti mai immaginato” chiedo a Carilli, di Toccalmatto “una cosa del genere quando hai aperto il birrificio? O anche solo un paio di anni fa?” “No. No, mai” è la risposta immediata. Mi trovo con Schigi (birraio del birrificio lombardo Extraomnes) davanti al tabellone con le birre italiane in lista per il festival. La prima colonna è dedicata a Extraomnes e Loverbeer, due birrifici che hanno il Belgio, ad esser precisi Fiandre e Pajottenland rispettivamente, sempre in mente, ad ogni cotta. Gli chiedo: “non trovi incredibile vedere i vostri due birrifici qui, in Belgio, sulla lavagna di un pub come questo?”. Lui risponde: “è persino imbarazzante”. Ai fratelli Cerullo, del birrificio Amiata, evito di chiedere: con gli occhi sognanti guardano i belgi che bevono le loro birre, sperando che il sogno non svanisca.
Ma il sogno non svanirà. Questo è un punto di partenza, non di arrivo, di occasioni, da adesso in avanti, ce ne saranno sempre di più. Le medaglie e i riconoscimenti ottenuti dai birrifici italiani nei vari concorsi internazionali non sono frutto della casualità. E i ragazzi del Moeder Lambic l’hanno capito, scendendo più volte in Italia e regalando una ribalta già un paio di anni fa ai birrifici del Belpaese, quando però furono poche, 5 o 6, le birre che affiancarono i campioni del Belgio. Oggi le birre alla spina erano 23, come le belghe. Il festival si è incentrato, come è giusto che sia, sulla loro scelta di birrifici, quelli che hanno visitato durante i loro viaggi o che comunque hanno conosciuto bene prima. La scelta è stata di cuore da un lato, filosofica dall’altro. E sicuramente si amplierà nelle prossime occasioni, perché c’è da scommettere che questo diventerà un appuntamento fisso e che crescerà col tempo.