Estero

Le collaboration brew in Germania

schneider-weisse-tap-5-meine-hopfenweisse_1Persino la Germania sembra risvegliarsi dal lungo letargo in cui è caduta proprio grazie alle collaborazioni internazionali che hanno visto protagonisti alcuni pilastri della birra teutonica, come Schneider e Weihenstephan (oltre 140.000 ettolitri all’anno di produzione). Nella primavera del 2007 Hans Peter Drexler, mastro birraio della Schneider (Weisses Bräuhaus G. Schneider & Sohn), viene coinvolto da Garrett Oliver del Brooklyn Brewery nella creazione di una Hopfen-Weisse in due versioni, una brassata in Germania e una negli Stati Uniti, con il birraio ospite incaricato della scelta dei luppoli tra quelli locali. Sarà un caso ma dopo questo incontro Schneider ha rilanciato la veste grafica della sua linea, dandole una bella rinfrescata, e ha poi creato una birra, una weizenbock a tiratura limitata caratterizzata da un luppolo neozelandese, il Nelson Sauvin.

Un paio di anni più tardi è la volta di Weihenstephan, il birrificio più antico del mondo (fondato nel 1040 dai monaci benedettini non ha mai sospeso la produzione), instaura una collaborazione con Samuel Adams (Boston Beer Company). Pur rispettando l’editto sulla purezza, hanno realizzato insieme la Infinium, una birra molto simile a uno champagne. Stiamo parlando di due colossi, Samuel Adams produce più di un milione e mezzo di ettolitri all’anno, ma è considerato un micro-birrificio, oltreché uno dei pionieri della rinascita americana.

Ma oltre ai grandi produttori si stanno muovendo anche alcuni piccoli birrifici, che di cotta in cotta aggiungono sapori e sentori che, pur rispettando la millenaria tradizione locale, regalano birre moderne e interessanti. E che si stanno facendo conoscere anche attraverso le collaborazioni internazionali, come nel caso di Andreas Gänstaller (che oggi ha finalmente il suo birrificio, Gänstaller Bräu, dopo un passato in Mahr’s Bräu e poi Beck Bräu) che un paio di anni or sono ospitò, ancora in Beck, Hans-Goran Withorssondi Narke e Menno Olivier di De Molen per produrre insieme a loro una doppelbock con luppoli americani, l’Elevator.