La birra è finita, andate in pace: la conversione degli edifici religiosi in birrifici
Ci sono sempre meno persone che credono nella Chiesa Cattolica e che la praticano attivamente, perlomeno negli ultimi due decenni. Una delle conseguenze di questa crisi religiosa è che ci sono molte chiese che non sono più utilizzate per le loro funzioni originarie. Nel corso degli anni, alcune di queste sono state sconsacrate per essere recuperate con altre funzioni. Per esempio, nella mia città natale di Kortrijk, in Belgio, una cappella è diventata un Bed & Breakfast, una chiesa è stata convertita in uno spazio espositivo, un’altra è stata utilizzata come officina di riparazione biciclette, e un’altra ancora è diventata un centro di incontro per attività sociali.
Di recente ho visitato l’Heilig Hart Brouwerij (Birrificio del Sacro Cuore), situato in una chiesa sconsacrata. Prima di parlarvene però voglio confessarvi, mi sembra opportuno visto il tema, che la mia prima visita ad un birrificio in una chiesa risale al 2002 durante un viaggio a Pittsburgh (Pennsylvania), famosa per il suo Andy Warhol Museum. Sono andato al Church Brew Works, ufficialmente attivo dal 1996, e che per quanto ne so è il primo birrificio al mondo a produrre in un ex luogo di culto. È uno dei più interessanti riutilizzi di una chiesa che abbia mai visto. Se hai tempo di dare un occhiata al loro sito internet capirai cosa intendo. Gli impianti in acciaio brillano al posto dell’altare, le luci sono posizionate in modo superbo, i confessionali sono convertiti in armadietti per liquori, le vetrate colorate sono mantenute in condizioni impeccabili. Da allora, una serie numerose di chiese sono state adibite a nuovi usi negli Stati Uniti. Un fenomeno abbastanza facile da comprendere in realtà, poiché ci sono molte congregazioni religiose, tutte con le proprie chiese e per lo più di piccole dimensioni, sparse soprattutto nelle aree rurali, i cui edifici finiscono inevitabilmente per essere utilizzati in altro modo. Qualche esempio americano? Salt Springs Brewery (Michigan), Father John’s Microbrewery (Ohio), St. Joseph Brewery and Public House (Indiana), Beer Church Brewing Company (Michigan). Come al solito, gli Stati Uniti hanno aperto la strada, e altri paesi hanno seguito l’esempio.
Il secondo birrificio ubicato in una chiesa che ho visitato si trovava nei Paesi Bassi. Era la bellissima chiesa Jopen di Haarlem, aperta nel 2010, dopo anni di lavori e intoppi burocratici. Anche in Olanda, altri birrifici hanno seguito queste orme “sante” e hanno convertito altre chiese per la produzione della birra. Tre esempi: la chiesa di San Giovanni Battista a Sint Jansteen che oggi ospita The Holy Spiritus, produttore di birra e distillati, e poi Naeckte Brouwers ad Amstelveen e Wispe Brouwerij a Weesp.
Quindi, adesso ti starai chiedendo cosa ha di speciale Heilig Hart Brouwerij, il birrificio belga di cui vi voglio parlare. Parto dicendo che non è la posizione. Il birrificio si trova nella chiesa locale del modesto villaggio di Kwatrecht, un distretto di Wetteren nelle Fiandre orientali. Non è nemmeno l’architettura. Infatti, quando la comunità ecclesiastica ha venduto, lo ha fatto senza condizioni di conservazione o restrizioni per restauri e modifiche. In altre parole, le mani degli acquirenti, la famiglia Dusselier, sono libere. Papà Hans, essendo un ingegnere edile di professione, sapeva esattamente cosa voleva fare con la chiesa. E questo è legato alla seconda professione di Hans, che infatti si occupa da anni della vendita di vini naturali e sakè, e ha un palato e una memoria molto potenti. Visto il suo interesse per tutte le bevande alcoliche, è stato naturale seguire dei corsi per diventare uno Zythologue, cioè un intenditore di birra. Lo è diventato nel 2017 e questo lo ha aiutato a convincersi che poteva produrre birra in maniera professionale, ma per farlo aveva bisogno di un ampio spazio. E la chiesa faceva al caso suo. Così iniziò a montare l’impianto intorno e sopra l’altare. Non è solo scena, Hans non vuole usare le pompe, quindi, tutta la circolazione avviene per gravità. Se ciò non è possibile, viene utilizzata la spinta di un gas come l’anidride carbonica.
Sono disponibili due linee di prodotti. La prima, quella che potremo definire “normale” contempla gli stili tipici del Belgio, ovvero Dubbel, Tripel e Saison, che maturano tutti in acciaio (tieni presente che alcuni di queste birre sono attualmente prodotte in altri birrifici per soddisfare la domanda, ma il conto terzi finirà molto presto). E poi c’è una linea che potremo definire “bizzarra” ed “eccentrica”. In effetti, per produrre queste birre va bene tutto, non c’è regola: dall’aggiunta di yogurt al mosto di vino, all’utilizzo della più svariate varietà di frutta. Per questo la chiesa ha un coolship situato dietro l’altare, circondato dalla legna recuperata dagli alberi abbattuti durante alcuni lavori di riqualificazione. Inoltre, tutte le birre “non classiche” sono maturate in botti di legno o anfore. Infatti, la conoscenza e la passione di Hans per il vino naturale, lo hanno convinto a effettuare maturazioni sia in legno che in terracotta. Attualmente nella chiesa sono presenti 13 anfore di diverse dimensioni. Le anfore e le botti sono conservate in una parte separata della chiesa, e mantenute costantemente ad una temperatura al di sotto dei 17° C.
Hans non è né il primo né l’unico in Belgio ad aver avuto l’idea di recuperare un edificio religioso. La Brasserie du Clocher a Malonne (Namur) ad esempio ha convertito la cappella locale in un impianto di produzione nel 2015. E ce ne sono altri in arrivo, come Het Anker che ha acquistato la chiesa di Saint-Joseph a Battel, un quartiere di Mechelen e vuole posizionarvi un impianto per fare birra, una alambicco per distillati e persino un ristorante. Avrebbe dovuto aprire questa estate, ma i lavori si sono protratti per motivi legati al covid. Hanno cercato nel pensare al nome un gioco di parole che includesse il toponimo del paese e il termine Basilica: Battelica è il risultato.
Dato che ci sono ancora tante chiese che non sono più in uso, ovunque nel mondo, e vengono convertite in molte cose diverse, potremmo aspettarci di vedere sempre più impianti posizionati in vecchi luoghi di culto. Tuttavia, bisogna menzionare un’alternativa meno radicale della trasformazione a birrificio di una chiesa, di cui sono testimone. Quando l’ultimo pub del villaggio di Brielen (vicino a Ypres) ha chiuso i battenti, i frequentatori della chiesa non avevano più un posto dove andare dopo la funzione religiosa. Così il prete ha pensato bene di organizzare un punto di somministrazione birra nella cappella, una volta conclusa la messa. Una soluzione che ebbe grande successo. Amen.