Inizio d’anno non ricchissimo di notizie birrarie provenienti dal Belgio; una fra tutte però merita di essere prese in considerazione e riguarda due big dell’industria birraria belga e il governo stesso del Belgio. Ab InBev e Alken Maes lo avevano già fatto nel 2011, e adesso lo stanno per rifare, simultaneamente o quasi, nel 2012: entrambi i due gruppi birrari hanno annunciato pochi giorni fa che a partire dal prossimo mese di marzo aumenteranno i prezzi delle proprie birre nei confronti della grande distribuzione del 6%, ben al di sopra del tasso di inflazione.
I motivi di questo aumento sono “i soliti”: il forte aumento dei costi di produzione e della logistica, l’aumento dei prezzi delle materie prime , l’aumento del costo dell’energia e del prezzo dei materiali per l’imballaggio. Questo rialzo primaverile farà seguito allo scatto in alto del 3% dei prezzi risalente al giugno dello scorso anno, scatto operato in contemporanea sia da AbInbev che da Alken Maes, e che porterà il costo finale delle principali marche di birra ad aumentare quasi del 10% in soli 9 mesi. I consumatori belgi, ovviamente, sono sul piede di guerra, in quanto temono, essendo l’ultima anello della catena del consumo, di dover pagare per intero lo scotto di questo balzo in avanti dei prezzi.
Ivo Mechels, portavoce dell’organizzazione belga che tutela i consumatori, ha chiesto a gran voce l’intervento ispettivo dell’autorità garante della concorrenza. Ma anche il governo del Belgio vuol vederci chiaro. Johan Vande Lanotte, ministro dell’Economia, ha assicurato che sarà il Consiglio per il controllo della concorrenza ad indagare sulle modalità che hanno portato i due colossi birrari a mettere in atto la medesima strategia di mercato: il sospetto è che i due abbiano fatto “cartello”, mettendosi d’accordo, ovviamente in maniera non ufficiale (e, se così fosse, non legale), sui passi e sulle strategie da intraprendere. Si vuole quindi, o meglio, si vorrebbe, tutelare la correttezza del mercato, difendendolo dalla prevaricazione, vera o presunta, degli attori più importanti del mercato stesso.
E’ una “storia” già sentita, anche dalle nostre parti, una storia che sembra doversi ripetere quasi senza soluzione di continuità. Chissà se ciò che sta per accadere in Belgio non sia la “prova generale” di un aumento generalizzato dei prezzi anche negli altri paesi della zona dell’Euro? Ormai il mercato è “globale”, ci ripetono, i costi “lievitano” sempre e dovunque, le materie prime sono “sempre più care” etc. etc. solo le tasche dei potenziali compratori sono “sempre” meno piene.