Era soltanto questione di tempo, adesso anche noi appassionati di birra abbiamo la nostra guida alle birre della penisola con le singole valutazioni dei prodotti. Un lavoro importante per dati raccolti e numero di degustazioni (più di 400) compito che Slow Food ha potuto adempiere, così come avviene per le principali guide firmate dalla chiocciolina, grazie alle informazioni e degustazioni effettuate dai numerosi esperti sparsi sul territorio. Tra i redattori, che hanno scritto le schede troviamo nasi autorevoli del panorama birrario, come Lorenzo Dabove, in arte Kuaska, Luigi D’Amelio (Schigi), Massimo Faraggi, Luca Giaccone (anche curatore), per citarne alcuni che hanno collaborato anche con la nostra rivista.
Il libro, dopo una prima parte di carattere introduttivo con cenni sulla storia, gli stili, il servizio, etc…, passa in rassegna 132 microbirrifici valutando alcune delle birre in gamma. Parte delle birre non sono state giudicate infatti, come si legge in prefazione, perché i produttori non hanno ritenuto opportuno inviare i campioni o i cui campioni erano, per motivi diversi, non giudicabili. Nonostante dunque sul lato informativo la guida risulta molto utile e completa, grazie anche alla disponibilità di Davide Bertinotti che ha messo a disposizione il database di microbirrifici.org, sono presenti alcune fisiologiche lacune sulle birre degustate, dovute con tutta probabilità sia a qualche birra giunta non del tutto a posto sia alla rinomata difficoltà dei birrai ad assolvere a compiti d’ufficio. Mancanze che probabilmente, e noi ci speriamo, le edizioni future andranno a colmare.
Ma veniamo ai voti. Rifuggendo dalle solite polemiche sulle singole votazioni che animano gli addetti ai lavori e appassionati, diciamo che la guida utilizza le stelle come metro di giudizio, in onore di Michael Jackson celeberrimo beer writer recentemente scomparso, con una scala che va dal sufficiente (1 stella) fino all’eccellente (5 stelle). Menzione speciale per le “Etichette”, ovvero le birre di assoluto valore che vengono contraddistinte da cinque stelle rosse. Un’altra scala, da 1 a 4, ci informa su quale fascia di prezzo si posiziona la birra. Segnalate anche le birre prodotte esclusivamente per la mescita alla spina.
Una scelta che potrà far storcere il naso a qualche appassionato, è la presenza nella parte finale del volume dei birrifici industriali nazionali. Senza preconcetti, visto anche che di questi tempi nessuno ama definirsi “industriale”, sono state assaggiate le birre di nove grandi aziende. Anche se è vero che l’intento dichiarato della guida è quello di rivolgersi alle birre italiane nel suo complesso, la scelta appare comunque forzata. Come se non bastasse poi l’aver mantenuto la valutazione, in questo caso delle stelline, utilizzata in precedenza per le birre artigianali, può portare a dei confronti quantomeno fuorvianti soprattutto per il lettore meno esperto.
Di fatto però la guida ha il merito innegabile di riempire un vuoto editoriale, dimostrando, se mai ce ne fosse bisogno, la continua crescita anche a livello mediatico del mondo birrario italiano.
Guida alle birre d’Italia
Curatori: Dionisio Castello, Luca Giaccone
Editore: Slow Food
Pagine: 309
Copertina: Brossura
Dimensioni: 12×21,4
Prezzo: 14,50 Euro
Anno: Ottobre 2008
ISBN: 978-88-8499-166-9