Fra le rappresentanti dell’anima morbida (pomiciona, vien da dire) del marchio lombardo, la Felina by Menaresta tiene fede al suo nome, manifestando senza reticenze un carattere profondamente femmineo: tutta coccole e fusa nei profumi e nel sorseggio; unghie e morso ben affilati, quando si arriva al dunque e lei, occhi ancora languidi, presenta un conto alcolico assolutamente insidioso.
Aromatizzata con cannella, dopo aver colpito l’occhio con ambrature senz’altro accattivanti, nelle fasi successive dell’assaggio porta i sensi su un territorio decisamente orientato alle dolcezze. Il naso altalena tra caramelli, pastafrolla, frutta a pasta gialla ben matura e ovvie (benché non invadenti) note speziate. La bocca procede in linea con quanto annunciato in olfazione, percorrendo con passo risoluto i binari della vellutatezza (appena 18 le Ibu) e degli aromi in orbita zuccherina. Statisticamente, una bevuta che divide: gratificante e piena per gli amanti del genere; fin troppo tornita e pingue per altri palati. E’ poi il vigore etilico a uniformare le posizioni: pericoloso (come si è detto) e tenacemente termico.
Felina del birrificio Menaresta
Fermentazione: Alta
Stile: Belgian Strong Dark Ale
Colore: Ramato
Gradi: 7.5%
Bicchiere: Calice a chiudere
Servizio: 10-12 °C