Microbirrifici in AssoBirra: perché?
Domenica 12 luglio a Piozzo durante l’appuntamento “Una birra per l’estate” si è svolto un dibattito rovente dal tema: “Microbirrifici in AssoBirra: perché?”. Teo Musso del birrificio Le Baladin incalzato dal degustatore Kuaska, ha parlato circa il recente ingresso di alcuni micro, tra cui il suo, in Assobirra, l’associazione degli industriali della birra e del malto.
di Luca Giaccone
Conosco Teo da tanti anni, più o meno da quando ha iniziato a fare birra. In tutti questi anni il nostro rapporto è andato ben oltre quello che normalmente si instaura tra un birraio e un appassionato: non so se posso chiamarla amicizia, ma se non lo è (ho un concetto molto stretto di amicizia) si tratta di qualcosa di molto simile. Come tutti sanno domenica scorsa, il 12 luglio, era prevista, all’interno della manifestazione “Una birra per l’estate” un dibattito tra Teo e Kuaska sull’ingresso di Baladin (e di altri microbirrifici) in Assobirra, tema ben noto e ampiamente discusso tra gli appassionati e nei vari siti, forum, blog birrari attivi sulla penisola. Il dibattito ha preso una piega decisamente inaspettata (almeno per me), che mi ha molto colpito e che mi ha anche fatto ampiamente riflettere. Intanto non si è trattato di uno “scontro” Teo-Kuaska, ma è intervenuto anche Davide Bertinotti (su sua esplicita richiesta), in rappresentanza del Mo.Bi. Dopo pochissime battute iniziali l’incontro è diventato decisamente acceso, con Davide che si è trovato nello scomodo ruolo del parafulmine e con Teo che ha dato libero sfogo a tutta l’elettricità che, evidentemente, covava da tempo.
Non entro nel merito della discussione (in rete circolano già registrazioni in mp3), ma vorrei piuttosto suggerire una riflessione. Non ho mai visto Teo così irritato, così nervoso, così incazzato, per usare il termine più adatto. Perché? Si tratta certamente di una persona molto convinta della bontà delle sue scelte, che non ha paura delle critiche e dei tanti che non approvano o che, peggio, diffamano. In tutti questi anni ho sentito (e chissà quante altre se ne dicono) una marea di falsità, tra cui che la birra non è più buona perché s’è ingrandito, che non la fanno più loro, che Farinetti ha comprato tutto, che la Open se la fanno fare.. Sicuramente sono cose che non fanno piacere, ma Teo c’è sempre passato sopra con signorilità.
E allora perché questo sfogo? Perché tutta questa violenza? Ovviamente esprimo un parere personale, ma credo che se Teo stesse per vendere l’anima al diavolo, consapevolmente, non avrebbe reagito così. Nella discussione ha più volte fatto appello (con frasi anche molto colorite) al rispetto dei ruoli. Siamo in un paese (forse, ancora per poco) democratico e ognuno è libero di esprimere la propria opinione, ovviamente, ma sempre con educazione e nel rispetto dei ruoli. Un appassionato è libero di dire se trova gradevole una birra o un pub, ma dovrebbe, secondo me, usare un po’ di attenzione quando invece si entra nel merito delle scelte aziendali.
Quanti di noi conoscono fino in fondo quello che c’è dietro un bicchiere di birra? Molti di noi conoscono bene i birrai, sono molto attenti e informati, ma non credo che con questo si sia autorizzati a emettere sentenze inappellabili di colpevolezza o assoluzione sulle scelte dei birrifici. Invidio un po’ le persone che hanno sempre le idee chiarissime, o bianco o nero, io forse sarò troppo una persona da sfumature di grigio, ma mai come in questo caso credo che una posizione nettissima, assolutistica e irrevocabile non sia utile. Ho sentito frasi come “non berrò mai più una birra dei birrifici associati ad Assobirra”: non credo che questo aiuti il movimento.
Chiudo con un pensiero per Kuaska; è inutile dire che è il maestro di tutti e chi mi conosce sa quanto grande sia il debito birrario che ho nei suoi confronti; quindi rispetto (come ho sempre fatto) tutte le sue scelte. In questo caso però spero che la sua decisione non sia definitiva: scegliere di non ammettere più birre di birrifici associati ad Assobirra ai festival di cui Lorenzo è direttore artistico sarebbe significato, tanto per fare un esempio, non avere le birre Baladin, Troll, Maltus Faber all’ultimo Artebirra di Pasturana, perdendo, se vale la classifica, due birre da podio (compresa la vincitrice, eletta proprio dal Mo.Bi.) e quattro birre tra le prime otto classificate…
Teo ha avuto una reazione sicuramente “forte”. Eravamo tutti stupiti (i rappresentanti di MoBi presenti per primi, almeno credo). Però le domande secondo me erano lecite, e -credo- non fossero comunque poste in maniera provocatoria. E’ anche questo il “rispetto dei ruoli”. Se Teo è convinto della bontàdelle sue scelte, è giusto che vada avanti. Io personalmente spero che abbia ragione (e lo ha detto anche Davide durante il dibattito), ma i dubbi sono leciti. Rimando al comunicato di MoBi per la posizione ufficiale.
da IL GIORNALE del 6/8/07 ( due anni fa !! ) articolo dal titolo:
LA PENISOLA DEI MASTRIBIRRAI
sentite cosa diceva il “nuovo capo” dei ns cari birrifici:
«A questi produttori – precisa il direttore di Assobirra Filippo Terzaghi – mancano le tecnologie per il controllo della temperatura che permette di raggiungere la qualitàdella birra commerciale. Ma se rinunciano a imitare i big del settore puntando su prodotti particolari, magari speziati o aromatizzati alla frutta, possono trovare spazio nel mercato».
…di raggiungere la qualitàdella birra commerciale…
Aiuto !!!!!
Stiamo a vedere cosa succede……
la qualitàsaràl’ago della bilancia per il futuro, così come è sempre stato…….