Chissà quante volte sarà capitato, a chi legge queste righe, di prorompere in esclamazioni del tipo “Andiamo in quel pub… se non hanno da mangiare granché, pazienza: l’importante è che spillino buona birra. In fondo, non basta quella?”. Ecco, sappiatelo: al mondo c’è un uomo, almeno uno (se non altro, in modo documentato: non si può escludere, poi, l’esistenza di altri casi non conosciuti), che quella “professione di fede per il boccale” l’ha portata alle estreme conseguenze. Si chiama Chris Schryer, è canadese, ha 33 anni, lavora coma un web designer e vive a Toronto. Per motivazioni che il diretto interessato ha dichiarato collocarsi a metà fra l’esperimento scientifico e la suggestione religiosa (gli osservatori più maliziosi hanno semplificato l’analisi delle intenzioni riducendole a un’occasione come un’altra per far parlare di sé e della sua grande passione), il giovane ha deciso di trascorrere un periodo di ben 40 giorni (tanti quanti quelli di Cristo digiunante nel deserto) nutrendosi solo ed esclusivamente di birra.
Tutto, come lui stesso ha spiegato nel suo blog, sotto il controllo di una costante vigilanza medica. In particolare il suo test, eseguito e concluso positivamente qualche mese fa, proprio durante la quaresima, si è svolto attenendosi a un programma di alimentazione così strutturato: a colazione una tipologia ad alto grado alcolico; una seconda razione a pranzo; qualche sorso pure a merenda; e a cena una dose da 65 centilitri. Calcolatrice alla mano, fanno, nel computo totale di quei fatidici quaranta giorni, qualcosa come centro litri e passa. Intoppi? Qualche effetto collaterale pare ci si stato…