Che il settore birra resti di carattere prettamente maschile, almeno per quanto riguarda la parte produttiva, è cosa assodata. La speranza è che, come tante sono ormai le appassionate che gravitano attorno a questo mondo, anche l’antica arte del brassare riesca a coinvolgere un numero sempre maggiore di donne: qualcosa si sta in effetti muovendo, anche se il paragone (numerico) con i maschietti resta ancora impietoso. Grinta e voglia di mettersi in gioco come spesso accade non mancano, e ancora una volta sono gli Stati Uniti – già forti di un discreto numero di “Mastre Birraie”, ben 56 nel segmento craft brewers – a lanciare lo spunto. E’ lì infatti che, nel 2007, è nata la Pink Boot Society, che chiama a raccolta tutte le esponenti del gentil sesso in qualche modo coinvolte nel mondo della produzione birraria.
Decisamente collaborativo lo scopo dell’iniziativa, che si pone come obiettivo principale l’incremento delle conoscenze professionali delle donne – come si diceva già connesse al mondo birrario – al fine della loro crescita lavorativa. Ma non solo. Il PBS mette infatti a disposizione di tutte storie ed esperienze, dando un supporto concreto sia a chi decida di intraprendere il percorso produttivo, sia a chi – già per strada – abbia voglia o necessità di spartire consigli ed impressioni. In che modo? Attraverso il blog del sito, ma soprattutto con l’organizzazione di corsi ed incontri di approfondimento a tema birrario che abbracciano dalla produzione alla grafica, dove le più esperte vestono gratuitamente i panni di docenti.
Più di 580 le iscritte attive ad oggi (oltre 1.000 le “connesse” al circuito), numero in costante crescita a testimonianza di come il progetto abbia messo radici in un terreno decisamente fertile. Sul fronte italiano la possibilità è al momento data da un rapporto a distanza con le colleghe d’Oltreoceano (e non solo), in attesa di qualche analoga iniziativa – nonché di un cospicuo aumento di birraie in rosa – anche alle nostre latitudini..
