Birra analcolica con aromi da birra normale: ora è (quasi) realtà
Birra analcolica con corredo aromatico da… normodotata. Impossibile? Da oggi pare proprio di no, grazie all’applicazione di speciali metodiche praticate nel campo della profumeria. Una novità che avrà anche un sapore vagamente cyborg; ma che per una fetta non trascurabile di consumatori (quelli sono costretti a escludere l’etilico dalla propria alimentazione per ragioni di salute) potrebbe effettivamente rappresentare una svolta in meglio. Il procedimento tecnico in questione è definito pervaporazione: ebbene, una equipe di studiosi spagnoli, costituita all’università di Valladolid, ha lavorato all’esportazione di tale sistema all’interno del processo di brassaggio. In particolare con l’obiettivo di prelevare il bouquet di una birra “normale” e di impiantarli su un prodotto alcohol free, arricchendo la dotazione organolettica di quest’ultimo e andando, in sostanza, a colmarne il gap sensoriale rispetto alla concorrenza “non dietetetica”.
Senza entrare in dettagli che sarebbero eccessivi, l’esperimento dovrebbe aver funzionato più o meno in questo modo: utilizzando una membrana semipermeabile, una cerveza-cavia (chiamiamola così) è stata scomposta in una porzione liquida (nella quale è stato è trattenuto l’alcol) e in una gassosa (nella quale sono stati raccolti i composti osmofori). La preziosa parte volatile è poi stata ricondensata e unita, con il suo bagaglio olfattivo (acetato di etile, acetato isoamile e alcol isobutile), appunto a una pinta analcolica. Il test, conclusosi con un confronto alla cieca (da parte di un panel di esperti) tra le due versioni della alcol free (quella originale e quella potenziata), ha superato il banco di prova, anche se si tratta soltanto del primo passo visto che “al momento”, spiega uno dei ricercatori, Carlos Blanco, “dalla birra alcolica non si è comunque ancora in grado di estrarre il corredo odoroso nella sua completezza”.