Aumento accise: countdown in corso, ma per la birra si apre uno spiraglio
Mentre procede, incalzanti, i rintocchi del conto alla rovescia verso l’annunciato, ulteriore rincaro delle accise (quello che, nel nostro Paese, sarebbe il terzo aggravio dal 2013), per la filiera brassicola nazionale sembra essersi aperto uno spiraglio. Dopo il lancio della campagna Salva la tua birra e la vasta eco da essa ottenuta, i suoi contenuti hanno trovato spazio anche all’interno dei lavori parlamentari, in particolare in seno alla Commissione Agricoltura; ed è di queste ore la notizia dell’approvazione di un apposito ordine del giorno, il cui varo potrebbe veramente segnare una svolta nella situazione in essere.
Il documento – che, presentato a firma dell’onorevole Chiara Gagnarli, è stato discusso e votato nel corso del dibattito sulla Legge di Stabilità (l’ex Finanziaria: comunque li si voglia chiamare, il testo-quadro fondamentale per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato) – si conclude infatti con una formula per cui si impegna il Governo ad assumere “ogni utile iniziativa” onde evitare il nuovo inasprimento, “al fine di tutelare un settore in crescita” e contraddistinto da “un trend occupazionale positivo”. Tra l’altro, ricordiamo come recenti approfondimenti abbiano messo il re a nudo: rilevando che più tasse significherebbero prezzi rincarati e di conseguenza minori vendite; e dunque che il maggior gettito iniziale garantito dalle accise sarebbe annullato dalla contrazione delle entrate legate alle imposte indirette (Iva). Per giunta, gambizzando uno dei pochi comparti imprenditoriali italiani a godere di (relativa) salute.