Ami l’amaro? Sei psicopatico!
Siete amanti del luppolo come noi? Bene, se vi sentivate diversi, come dire, non troppo normali, l’Università austriaca di Innsbruck a trovato la spiegazione. Un cui gruppo di ricercatori ha condotto studi in base ai quali chi predilige i gusti amari avrebbe potenziali inclinazioni psicopatiche. Addirittura? Addirittura, signori. La simpatia per prodotti della tavola come ravanelli o cicoria e per bevande come il caffè, l’acqua tonica o le American Ipa sarebbe legata a tratti propri delle personalità malevole, ambigue e con scarsa empatia verso il prossimo.
A suffragare tale conclusione, bene chiarirlo, è un test di carattere empirico, condotto su un campione di mille persone: alle quali è stato chiesto, prima, di stilare una classifica di gradimento su un ventaglio di sei alimenti; e poi di compilare un questionario atto a rivelare elementi di base della rispettiva personalità. Il risultato è quello che sì è detto; quanto alle possibili interpretazione del nesso tra bitterness e maleficence, ecco l’ipotesi avanzata dagli psicologi. L’uomo ha, nel proprio Dna, una sorta di radar sensoriale che fa scattare l’allerta di fronte ai gusti amari, intravedendo in essi il possibile indizio di sostanze nocive; ergo, quanti istintivamente si orientano verso tali temperamenti organolettici rivelerebbero una tendenza volontaria ad esporsi a esperienze pericolose. Il che, effettivamente, può essere classificato come un fattore caratteriale di tipo psicopatico.