Stati Uniti, prosegue l’offensiva da parte delle multinazionali birrarie sul fronte craft: il Risiko delle proprietà vede il 2015 iniziare con la conquista di un successo strategicamente significativo ad opera del colosso planetario AB InBev. Il trust globale nato dalla fusione tra la belga In Bev, appunto, e la statunitense Anhauser Busch (e accreditato di volumi di produzione annua pari a qualcosa come 350 milioni di ettolitri) mette a segno un colpo importante, nella propria campagna di penetrazione sullo scacchiere territoriale da dove è partita la rinascita dell’artigianale.
Parliamo degli Stati Uniti, chiaramente, dove peraltro il movimento dei piccoli e medi marchi è vivo e vegeto, resiste, si allarga; ma l’ombra del gigante si allunga anch’essa: nello Stato di Washington, a Seattle, la locale Elysian Brewing, fondata nel 1995 e nota per aver dato i natali a una best seller come la Immortal West Cost Ipa, ha ceduto idealmente le chiavi al brand già detentore di major labels come Stella Artois, Beck’s, Corona e Budweiser; e che, nel giro di pochi mesi, ha inserito nel proprio portfolio quattro (ex) artisanal griffe a stelle e strisce: Goose Island (Chicago), Blue Point (Patchogue, New York) e 10 Barrel (Bend, Oregon).