La costa sud del Galles: un pub, una cartolina
Una striscia di terra tra Oceano Atlantico e campagna. Un susseguirsi di litorali (con pietre affioranti alternate piccole spiagge), prati, boscaglia, pascoli, muretti a secco e siepi di fini arbusti nodosi tagliate diligentemente a pari altezza. Paesaggi battuti dal vento e attraversati da nubi in perpetua corsa. Uno scenario naturale unico, affacciato sul braccio di mare chiamato Canale di Bristol, il cui nome ricalca quindi quello della ben nota città inglese. Eppure la nostra meta, che di tale insenatura (l’estuario del fiume Severn) rappresenta la costa superiore, è per l’esattezza la parte del Galles Meridionale.
Qui il tempo è scandito da rituali incrollabili, primo fra tutti quello del tempo trascorso al pub, tra chiacchiere, risate e numerose pinte. La cornice in cui ci troviamo, punteggiata da centri abitati piccoli e piccolissimi, si rivela ricca soprattutto per i suoi numerosi locali di campagna, meravigliosamente fissati nelle loro forme antiche, non di rado addirittura secolari. In questa suggestiva collezione, proponiamo sei indirizzi, tutti rigorosamente visitati e collaudati di persona.
In ordine di tempo, la prima tappa della nostra escursione è ai tavoli della Coles Brewery and Distillery. Un piccolo impianto indipendente, con birrificio e distilleria, gestito appunto dalla famiglia Coles, le cui insegne sorgono, con a fianco la chiesa di Saint Twrog, a Llanddarog, nella contea del Carmarthenshire. Tra legno intagliato, pietre, muratura, moquette e travi a vista, la golosa cucina locale (ottimo lo stufato con verdure) si accompagna chiaramente alle birre della casa. E occhio: ché se le ambientazioni sono inoppugnabilmente ultra-tradizionali, la sala cotte sa stare anche al passo coi tempi. Così dai cask, in spillatura a pompa, arrivano sia un’ambrata Welsh Red Ale con Fuggles e Goldings da 4.4 gradi, la Cwrw Blasus; sia una West Coast IPA (sic et simpliciter, senza nome d’arte), più chiara da 4 gradi e mezzo.
La fermata successiva conduce nella contea di Swansea; ed esattamente a Llanmadoc, uno dei tre centri che – insieme a Llangennith e Cheriton – danno il nome alla comunità rurale occupante la punta occidentale della penisola di Gower: la prima AONB (Area of outstanding natural beauty, cioè Area di bellezza naturale eccezionale) istituita in tutto il territorio delle Isole Britanniche. Qui, un portone sicuro a cui bussare per soddisfare la propria sete (anche di atmosfera) è quello del Britannia Inn. Il locale, posizionato in un tratto di campagna in prossimità della costa oceanica, offre un’ampia area per bambini; e all’interno accoglie il visitatore in spazi riposanti (una coabitazione di legno e murature in colori chiari), illuminati da luci soffuse e resi originali dai soffitti bassi ma niente affatto opprimenti. Il bancone è ben curato, sia nel servizio sia nella manutenzione. Così, le due bevute di verifica, entrambe a pompa, impressionano per la perizia e la pulizia in uscita, oltre che per la fattura del prodotto in sé: si tratta della Hereford Pale Ale (4 gradi tondi), firmata, con gettate di luppoli Target e Celeia, dal marchio Wye Valley (a Stoke Lacy, appunto nella contea inglese dello Herefordshire); e della Doom Bar Amber Ale, una Bitter (sempre 4 i gradi) appartenente al catalogo della Sharp’s Brewery (nel villaggio di Rock, in Cornovaglia, dunque ancora Inghilterra).
Terzo pint stop a Kenfig, frazione nel distretto conteale (county borough, in inglese) di Bridgend, che dà il proprio nome alla Riserva naturale nazionale designata appunto come Kenfig Pool. Un villaggio tra sabbia e dune, dove, a poche centinaia di metri l’uno dall’altro, troviamo due banconi di fronte ai quali presentarsi per una bevuta: quello del The Angel Inn (nella parrocchia di Mawdlam, anzi giusto adiacente alla chiesa, dedicata a Santa Maria Maddalena); e quello del Prince of Wales, una vera gloria locale, trattandosi di una locanda risalente al XVII secolo, che nei decenni ha ospitato anche le funzioni di municipio e tribunale. Partiamo perciò da quest’ultimo. Una costruzione in pietra, con sale interne dai soffitti bassi e dalle pareti pannellate in legno, nelle quali il chiarore delle lampade riverbera in un caldo color ocra. Qui non manca una doverosa offerta da cask, anche con servizio a caduta. Tra le referenze disponibili troviamo ad esempio la 6X targata Wadsworth Brewery (a Devizes, nella contea inglese del Wiltshire), una piacevole Bitter da 4.1 gradi con luppoli Fuggles e Goldings. E ancora una birra antologica come la Bass Pale Ale: sì, proprio l’etichetta bandiera del leggendario marchio Bass (esso stesso inglese, di Burton-upon-Trent), i cui diritti sono, dal 2000, nelle mani della multinazionale AB InBev, che ha localizzato la produzione a Shamlesbury, nel Lancashire. Stilisticamente parlando, di nuovo una Bitter, la cui gradazione (4.4) e la dominante maltata – a dispetto dell’attuale appartenenza industriale – si esprimono, in spillatura da botticella, con eleganza e piacevolezza.
Si passa poi al The Angel, dove, tra muratura e legno, colori rilassanti e luci rispettosamente vivide, oltre a un’accoglienza davvero garbata e a una cucina apprezzabile, si ha modo ugualmente di testare prodotti in cask serviti a pompa: come la Doom Bar della scuderia Sharp’s (a Rock, in Cornovaglia), di cui abbiamo già parlato); o la Sea Fury, sempre della Sharps, una Strong Bitter da 5 gradi dal profilo delicatamente fruttato.
In un itinerario lungo il quale – come appena visto con la Bass Pale Ale – non ci si sottrae al confronto anche con birre di taglio commerciale, prima di lasciare la zona di Kenfig, una sosta al The Green Acre (pub e motel nel vicino villaggio di North Cornelly), consente di mandare agli atti una anche una pinta di Worthington’s Best Bitter: morigerata e superscorrevole Bitter da 3.6 gradi in mescita a carboazoto, appartenente appunto al campionario della Worthington, altro brand storico di Burton-upon-Trent, facente capo, dal 2000, al gruppo nordamericano Molson-Coors.
Quindi, seguendo il profilo della riviera e toccando graziose località di villeggiatura come Porthscawl (al centro del sentiero naturalistico litoraneo del Bridgend Wales Coast Path) o Rhoose (l’abitato più a sud dell’intero Galles), si fa rotta verso il villaggio di East Aberthaw, nel distretto conteale di Vale of Glamorgan: un gruppo di case che ha per gemello quello di West Aberthaw (a separarli appunto il fiume East Thaw); e che ha, tra le sue attrattive, le affascinanti sale, disposte su due piani collegati da tipiche scalette in pietra e legno del Blue Anchor Inn, allestito in un edificio dal rustico tetto a spiovente con copertura in paglia. La cucina è di livello; e accompagnata, immancabilmente, dalla solerte batteria di spine con spillatura a pompa. Finisce che, di pinte, ne scappano quattro: una di Wadworth 6X (già provata a Kenfig); una di Old Peculier, classicissima Old Ale da 5.6 gradi recante il sigillo della Theakston Brewery (a Masham, nella contea inglese del North Yorkshire); una di Jemima’s Pitchfork, Golden Ale da 5 gradi, il cui taglio modernista è plasmato dalla Glamorgan Brewing (a Llantrisant, nel distretto conteale di Rhondda Cynon Taf) attraverso una luppolatura con Eldorado, Cascade, Citra, Bramling Cross, Chinook; e una di 04 Colombo, fresca American Pale Ale da 4 gradi del marchio Cwrw Otley (a Pontypridd, sempre nel distretto di Rhondda Cynon Taf).
Si arriva così al capolinea del percorso, il villaggio di Saint Hilary, esso stesso nel distretto conteale di Vale of Glamorgan. Dove, accanto all’omonima chiesa trecentesca, curiosamente (per la Gran Bretagna) dedicata a un santo francese, Ilario di Poitiers, sorge The Bush Inn, la cui struttura in pietra chiara e i cui ambienti ben illuminati si articolano in uno spazio composito gravitante attorno al bancone, ovviamente ben equipaggiato per la somministrazione a pompa. Tra i prodotti in assaggio, merita una bevuta la Nelson’s Revenge, Bitter da 4.5 gradi della Woodforde’s Brewery (a Woodbastwick, nella contea inglese del Norfolk), che con i suoi 5 luppoli strizza l’occhio al modernismo.
Sotto la bandiera del dragone, il Galles del Sud è una piacevole scoperta. E il saluto a questa terra non è un addio, ma sempre un grato arrivederci!