Quella Moretta che non piace ad Heineken per via del baffo
Se la questione potesse essere affrontata con un semplice sfogo emotivo, la reazione sarebbe una sola: piangere. O dalle risate, o per l’amarezza. La vicenda è quella che vede in disputa, da un lato, un colosso brassicolo dalle misure ciclopiche, il gruppo Heineken (cui fan capo più di 130 stabilimenti in oltre 65 Paesi, impegnando 57.000 persone e sfornando qualcosa come circa 165 milioni di ettolitri l’anno); e all’altro angolo del ring, un microbirrificio italiano: il sardo Lara, attivo dal 2008 a Tertenia (provincia dell’Ogliastra) e accreditato di una produzione, sulla scala dei 12 mesi, pari a un 650 ettolitri. A puntare il dito in atto d’accusa è la multinazionale, contrariata per il nome che il marchio isolano ha scelto per una delle proprie etichette, battezzata Moretta.
Ora, l’assonanza con Moretti (brand storico friulano, dal 1996 però nelle mani del gigante olandese) è evidente, come crediamo sia altrettanto evidente che non c’è nessuna intenzione da parte del micro sardo di evocare il famoso baffo friulano (per sfruttare quali vantaggi poi, vista la diversità del posizionamento e le caratteristiche dei prodotti). Sinceramente affermare che tale affinità violerebbe le leggi in materia di proprietà intellettuale, ci pare alquanto bizzarro. Gli attaccati si difendono replicando che quel nickname, Moretta, è in realtà un vezzeggiativo; uno di quelli con cui Francesca Lara (titolare della microbrewery a pochi chilometri da Mar Tirreno) e le sue sorelle (Sebastiana, Carmen e Sandra) venivano chiamate da piccole: epiteti giocosi (gli altri tre sono (Sennòra, Affummiàda e Piculìna) che sono stati scelti, appunto, anche per battezzare alcune delle birre inserite nella linea speciale della gamma. Come andrà a finire, lo vedremo.
Intanto ci limitiamo a registrare quella che a noi sembra una certa discrepanza tra la reazione avuta da Heineken (di fronte a una somiglianza evidentemente casuale); e la disinvoltura con cui la stessa megaindustria dei Paesi Bassi ha messo sul mercato quella Moretti Gran Cru che, come sappiamo, è la Blond della linea Affligem (altra controllata dalla società di Amsterdam), solo confezionata in un diverso packaging: Gran Cru il cui lancio fu accompagnato da una campagna promozionale che recitava I mastri birrai di Casa Moretti hanno creato un prodotto unico. Per non parlare della cattiva informazione delle nuove Regionali, ma del resto tutto questo è legale, la Moretta invece è una violazione, è un danno all’immagine della multinazionale. Da Tertenia confessano che la prima comunicazione ricevuta dallo staff legale di Heineken Italia li aveva lasciati sorpresi: tanto da credere più a uno scherzo, da parte di qualche buontempone. A rendere chiaro che, purtroppo, di burle non si trattava è stata la seconda raccomandata; il messaggio era ben deciso: ritirare la Moretta dal mercato (che circola dal 2010), pena l’avvio di un’azione in sede giuridica. E questo, sostanzialmente, è dove si è arrivati: perché a niente, per ora, sono valse le delucidazioni fornite dalla micro sarda ai suoi indispettiti interlocutori.
Di fatto il rischio che Davide, stavolta, da Golia venga citato in causa, è alto. Magari Lara potrebbe cambiare nome della birra in “Poretta”, vista la sorte infausta.. ma forse è meglio lasciar perdere, potrebbe arrivare un’altra raccomandata, questa volta dalla Carlsberg!