Quando la birra è un gioco
Quando l’amata bionda diventa oggetto di giochi e passatempi vari. Livello divulgativo pari a zero, ma tant’è: la fantasia, la sete, in molti casi anche la noia, hanno fatto protagonista la Nostra di un discreto numero di occasioni ludiche che proviamo brevemente a riunire.
BEER PONG
Partiamo dalla disciplina forse più conosciuta ed apprezzata, un autentico must nato nei pub americani e, grazie all’impegno e alla tenacia di esponenti a stelle e strisce sguinzagliati in giro per il mondo, ormai diffusasi in tutto il globo con tanto di campionato ufficiale e lega professionistica: il Beer Pong. Queste le modalità di gioco, nella versione oggi chiamata – non si sa bene per quale motivo – Beirut: due squadre ai rispettivi bordi del tavolo, un cospicuo numero di bicchieri di birra (dieci da regolamento) davanti a ciascuna e poi via, a turno, il lancio della pallina verso le pinte nemiche. Centro, obbligo di bevuta per l’avversario e possibilità di nuovo lancio, fino ad esaurimento delle birre altrui. Facile? Non datelo per scontato, i professionisti potrebbero stupirvi con diversi stili di lancio: il Lob o Arc, tiro a palombella che richiama la calcistica “foglia morta”; il Bounce shot, per i più tecnici, con la pallina fatta rimbalzare sul tavolo prima dell’arrivo sul bersaglio; lo Straight shot, detto anche fastball, lancio più violento a traiettoria diagonale. Roba seria insomma, come testimonia il torneo “The Best Series of Beer Pong” che ogni anno organizza negli States la NBPL (National Beer Pong League): oltre 600 i partecipanti nell’ultima edizione a Las Vegas, circa 50.000 dollari il primo premio.
GIOCO DELLA MONETINA
Analoga disciplina affermatasi tra i fumi dei pub è il “gioco della monetina”: anche qui i duellanti devono dar prova di mira e abilità centrando con una moneta, che regolamento vuole fatta rimbalzare sullo stesso tavolo dove è poggiato il bicchiere di birra. Chi ci riesce gode, continua finché non sbaglia e decide a che avversario far bere l’infuso batterico. Per ovviare, nel caso decidiate di cimentarvi, potete sterilizzare la moneta con un accendino prima del lancio. Da segnalare anche la versione “a lampadario”, stesso identico principio ma più bicchieri, disposti a raggiera.
FLIP CUP
Altra pietra miliare regalata da Oltreoceano: due squadre schierate attorno a un tavolo, ogni giocatore con un bicchiere di birra davanti. Procedendo a coppie, uno contro uno, si brinda, si scola e si mette il bicchiere di plastica vuoto sul bordo del tavolo, cercando di farlo capovolgere con un mirabolante “tocco sotto”. La riuscita permette al proprio compagno di attivarsi: vince la squadra che per prima resta senza birre e con la sfilza di bicchieri rigorosamente capovolti davanti a sé.
PATRUNI E SUTTA
Abbandonando le discipline più fisiche vale la pena segnalare altre due specialità da tavolo. La prima è l’italianissimo “Patruni e sutta” (letteralemte “padrone e sotto”), di origine siciliana, così tradizionalmente legato alla birra da essere addirittura impresso sull’etichetta della mitica Birra Messina. Molte e diverse le varianti esistenti, come le carte con cui si può giocare (napoletane, siciliane o francesi) e il numero dei partecipanti per squadra: unico e sempre nobile è l’obiettivo, bere il più possibile pagando il meno possibile. Il gioco si articola in due fasi. La prima è una classicissima briscola a coppie, il cui scopo è decidere chi paga (ovviamente chi ha perso) le birre. Con la seconda si entra nel vivo. Le carte sono mescolate e ridistribuite ai giocatori in ugual numero, si conta la primiera assegnando a ciascuna carta un certo punteggio (21 punti al sette, 18 al sei, 16 all’asso e via scendendo): chi totalizza più punti diventa “u patruni”, a cui spetta di diritto metà della birra, il secondo è invece “u sutta”, il cui ruolo è proporre al padrone i giocatori a cui permettere la bevuta. Ad libitum.
7, 11 E DOPPI
Altra chicca giocata invece con i dadi è il “7, 11 e doppi”, che impegna almeno tre contendenti. Si tirano i due dadi e chi fa il punteggio più alto decide con quanta birra riempire il bicchiere. Si fa un lancio a testa: il primo che somma 7, 11 o fa uscire due numeri uguali decide chi degli altri deve bere. Mentre il prescelto sgargarozza il terzo comincia a tirare: se esce 7, 11 o ancora due numeri uguali prima che il bicchiere sia svuotato al penitente ne tocca un altro uguale, sempre sotto minaccia di ripetizione; se numeri o somma non escono in tempo sarà il bevitore a decidere la quantità di birra con cui ricominciare la tiritera. La morale? Incrocia le dita e impara a bere più in fretta che puoi.
GIOCHI DA TAVOLO
Nel non foltissimo mondo dei passatempi birrari da tavolo il più carino, ma pare disponibile solo in lingua inglese, ci è sembrato Brew Master, gioco di società che trasforma i partecipanti in provetti birrai: si procede pescando a turno carte contenenti gli ingredienti per la produzione, con varie tipologie di luppoli e malti al fine di realizzare uno dei sei stili possibili (Ale, Lager, Stout, Porter, Wheat e Belgian), “combattendo” con altre carte che rappresentano una serie di imprevisti, di quelli che possono effettivamente capitare durante la produzione. Muovendosi sul tavolo da gioco incluso nella confezione si procede poi cercando di “fregare” clienti agli altri birrai e, sempre pescando carte, partecipando a concorsi e beer festival, con vincita finale di chi, ovviamente, ha saputo ottenere il più alto gradimento.
Articolo tratto da Fermento Birra Magazine