Peroni, da Ecomondo il Premio Sviluppo Sostenibile
Birra, tempo di “virus in circolo” nel territorio della macroproduzione: a risultare contagiosa, tra i brand industriali, non è solo l’inclinazione a restituirsi (più o meno convintamente ed effettivamente) un’immagine artigianale; ma anche quella a investire, con via via maggior frequenza e cospicuità, in programmi di conversione ai principi della green economy. Nei giorni scorsi abbiamo accennato alla partecipazione di Heineken al progetto comunitario SolarBrew (volto a potenziare il ruolo delle rinnovabili all’interno del ventaglio di fonti energetiche attraverso le quali un impianto brassicolo soddisfa il proprio fabbisogno). Adesso è la volta di Peroni – storico marchio italiano, dal 2003 entrato nella galassia delle controllate dalla multinazionale SabMiller – a poter mostrare il petto e con esso la medaglia che vi è stata recentemente appuntata, anche in questo caso, per meriti ambientali.
Medaglia in senso metaforico, per essere precisi; in realtà si tratta di una targa: quella assegnata a ciascuna delle “Dieci migliori imprese del settore Agricoltura e Agri-food” selezionate all’interno di Ecomondo, la fiera internazionale dedicata allo sviluppo sostenibile. Motivazione del premio: l’uso innovativo di tecnologie volte a diminuire le emissioni in atmosfera, i consumi (sia idrici, sia energetici) e ingenerale l’impatto del ciclo di brassaggio. Un fronte che l’anno scorso (tutti i dettagli nell’ultimo Rapporto di Sostenibilità) ha regalato risultati promettenti: si sono ridotti del 7.6% i quantitativi d’acqua e dell’8% quelli di energia, per ogni ettolitro di birra prodotta; mentre l’uso di materiali riciclati ha toccato l’80% con la carta delle confezioni, il 60% con l’alluminio delle lattine, il 75% con l’acciaio dei tappi e il 71% con il vetro delle bottiglie.