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Nuovi birrifici da Umbria, Marche, Liguria, Puglia e Valle d’Aosta

Ormai di slancio oltre quota milleduecento il computo dei marchi che animano il settore brassicolo artigianale italiano. Un panorama sul quale apriamo la nostra consueta finestra, dando conto di alcune realtà di recente nomina, più o meno equamente divise tra impianti proprietari e client brands. Iniziamo la carrellata di turno dalle Marche: a Montefiore – nella provincia di Macerata, decisamente vivace d’iniziative sul fronte “pinte” – segnaliamo Laurus, che ha scelto la forma, sempre più gettonata del brewpub, presentandosi con una “line up” che, al momento, dispone di quattro referenze: Fine (Pils), Hopi (Apa), Fiore (Red Ale) e Infinito (Weizen).

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Non troppo lontano, in Umbria, si festeggia il birrificio di Altotevere. Il progetto, dopo tre anni di esperienza accumulata con la beerfirm Monkey Beer, trova casa  in quel di Perugia a San Giustino. Le birre, ideate dal birraio Tassinati Luca, sono servite anche in una zona adiacente la produzione dove hanno trovato posto anche una cucina e la vendita diretta. Salendo nelle latitudini, in Liguria, nella città omonima, si accendono le insegne del Birrificio di Savona, la cui gamma presenta etichette con denominazioni “alfanumeriche”, essendo l’elemento iniziale (e ricorrente) il prefisso teleselettivo di zona. Così abbiamo la 019 Bionda (una Pils), la 019 Bianca (una Witbier) e la 019 Rossa (Belgian Ale). 

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Facciamo sosta in Valle d’Aosta. A Verres, Gabriele (Rosini) e Marco (Arzà) battezzano con le rispettive iniziali, MG, la loro creatura: attualmente un impianto davvero micro (la sala cottura misura 2 ettolitri), calibrato su un progetto di vendita sul territorio, dal quale escono attualmente tre prodotti. In ordine crescente di gradazione abbiamo: Chiara (4.7%, con malto ceco e luppolo tedesco); Ambrata (4.8%, ispirata alle Bitter, con malti e luppolo britannici); Scura (5%, con malti e luppolo tedeschi).

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Nella Puglia assolata, a San Giorgio Ionico (Taranto), dopo anni di gavetta in homebrewing e dopo una gestazione (per il conseguimento delle conformità normative) piuttosto impegnativa, Vittoria Ancona (brassatrice) e il marito Davide Allegretti brindano al primo vagito ufficiale di Eclipse, la cui filosofia è quella di interpretare stili classici aggiungendo qua e là tocchi di personalizzazione. Ne deriva una gamma che abbraccia, allo stato, quattro performance: Sunshine (Weizen da 5 gradi), Comfortably (Scotch Ale da 11° alc.), Sunset (Witbier da 5° alc.) e Guglielmatell (alle castagne, con l’alcol a quota 6° alc.).