Nuove birre dall’Italia da Conte Gelo, Hammer, Cr/aK, PBC, PLB, Hilltop e Lesster

Con la rassegna delle novità rilasciate dai nostri micro partiamo dal Veneto, dove il birrificio padovano CR/AK si è recentemente cimentato con la sua prima bassa fermentazione: si chiama Local Lager, una chiara di contenuto grado alcolico (4,8%vol.) delicatamente caratterizzata con luppoli aromatici tedeschi. Una birra “campanilista” che sarà destinata esclusivamente ai pub della regione confezionata nel solo formato dei fusti. A Vigevano (PV) il birrificio Conte Gelo, in vista della bella stagione si regala una dorata dissetante, prodotta con aggiunta di frumento e segale e speziata con scorza di agrumi, lemon grass e coriandolo. Lucy, questo il nome, si ispira alle classiche blanche belghe di cui prende il colore giallo paglierino con una lieve velatura, i profumi speziati e citrici, con accenni fruttati donati dall’uso di scorza di limone e arancia amara.

Successo di critica e pubblico per l’ultima nata in casa Hammer di Villa d’Adda (BG). Marco Valeriani è partito dalle cotte sperimentali rilasciate sotto la linea Workpiece, vero banco di prova di ricette che nel tempo possono conquistare spazio nella gamma di base (un altro esempio è quello della Koral), sintetizzando l’esperienza sulle Session IPA in un compendio vincente che recita: colore dorato, naso esplosivo, corpo agile, amaro dilagante. L’impatto olfattivo della Mini, questo il nome, è intenso e ruvido e richiama la frutta tropicale, quella a polpa gialla, con note resinose graffianti (i luppoli utilizzati sono Citra e Mosaic). All’assaggio si viaggia veloci, anche se i malti speciali rendono meno vuoto il corpo, ma sempre in sicurezza, lasciando lasciando la guida ad un amaro preciso ma deciso a spingere l’acceleratore fino in fondo. Una “Mini”, rispetto alle sorelle IPA già in produzione, soltanto di nome, visto l’equipaggiamento e gli optional inclusi. Entrata prepotentemente in gamma fissa, l’idea di partenza è quella di produrla soltanto durante la bella stagione.

Trasferiamoci in Toscana, dove il livornese Piccolo Birrificio Clandestino festeggia una nuova “bambina”. Si chiama Iwasa e, come il nome suggerisce, strizza evidentemente l’occhio a suggestioni giapponesi. Si tratta di una Saison al cui genoma concorre una duplice gettata floreale, a base di gelsomino e ibisco. L’arsenale aromatico è decisamente importante, affiancato all’assaggio da una vena acidula che rende la bevuta ancora più scattante con i suoi giudiziosi 4,5 gradi alcolici. Tempo di debutti anche in casa PLB. Il marchio di Castelnuovo Berardenga (Siena) lancia in scena la sua American Wheat Ale, costruita su un binomio di malto di frumento e malti d’orzo (Pils in massima parte, poi Monaco e Pale), sull’azione di un lievito Kölsch e sulle tonalità gustolfattive di luppoli battenti più bandiere: quella tedesca del Magnum e quella statunitense di un pool di coni da aroma tra i quali Mosaic ed Equinox. Gradi alcolici 5, per una sorsata ampia, profumata, dissetante e ben bilanciata in un’appendice amaricante che non sfora le 25 Ibu.

Happy pils, ovvero pillole della felicità: è un antidepressivo in pratica la nuova birra del birrificio laziale Hilltop di Bassano Romano (VT) che sforna, dopo i successi con stili di impronta anglosassone e belga, la sua prima bassa fermentazione. Su una base di malti Pils e Monaco, si innesta una luppolatura decisa ma non strafottente (Saphir e Perle in bollitura e Mosaic ed Equinox in dry hopping) per una birra moderna, con i suoi toni ammiccanti al tropicale e alle note resinose, ma al contempo tradizionale, con quel tocco francone dato da una base maltata che elargisce sensazioni mielate e rustiche di fieno. Al momento presente solo in fusto, riporta 5,5° alcolici. Concludiamo nel cuore della Lessinia a Lugo di Grezzana (VR) dove è stata presentata dal birrificio Lesster la Valmarisa 1185, una birra color oro di ispirazione tedesca, prodotta con un’acqua proveniente da un pozzo di origine vulcanica situato nella valle omonima (il numero indica l’altezza della fonte).