La Garfagnana nel bicchiere: in viaggio verso Petrognola
La Garfagnana è uno di quei luoghi che meritano di essere visitati almeno una volta. Nel periodo invernale, ma anche col bel tempo e ancor di più durante l’autunno, che a tavola e nei colori celebra l’antica cultura della castagna. La chiamano – e non a torto – il polmone verde di Toscana, zona montana nel nord della provincia di Lucca.
L’ultima scusa di visita è stata per me un articolo da scrivere sulla zona per conto di un mensile nazionale, un percorso con filo conduttore proprio la castagna. Compagno di viaggio, era un giovedì mi pare, Nicola Utzeri, amico nonché deus ex machina di questo sito. Partenza abbastanza presto da Firenze (almeno per i nostri ritmi), cinque massimo l’orario programmato per il ritorno. Viaggio di un’oretta e mezzo circa – pausa caffè compresa – e arrivo a Castelnuovo di Garfagnana ovviamente in giorno di mercato, che significa strade murate di gente e ingorghi creativi che neanche sul raccordo anulare. Da lì via con tappe varie ed eventuali fra musei, chiacchierate con personaggi locali e visite ai castagneti.
La fame ci ha riportati a Castelnuovo, al Vecchio Mulino, osteria timonata da Andrea Bertucci. Atmosfera semplice e ruspante, scaffali pieni di bottiglie e prodotti locali di ogni sorta, tavoloni comuni dove gustare salumi, zuppe e formaggi di rigorosa matrice garfagnina. Non male, anche nel conto. Dopo il caffè si è riaffacciato sempre più insistente il pensiero che ronzava in testa fin dalla partenza, meno attinente con lo scopo della gita ma decisamente più gradito a gole sempre più assetate: visita a La Petrognola, birrificio nell’omonimo pugno di case vicino Piazza al Serchio, a una quindici di chilometri circa da Castelnuovo. Ovviamente da percorre in salita fra curve, ma circondati da uno scenario davvero speciale, nonostante il tempo non gli rendesse piena giustizia.
È lì che ho scoperto il piccolo mondo di Roberto Giannarelli, professione camionista con week-end e passione tutti dedicati alla birra artigianale, che vorrebbe poter trasformare presto in impegno a tempo pieno. Persona aperta e simpatica Roberto, che ho conosciuto proprio in quell’occasione e avuto poi modo di rivedere con piacere all’ultimo Salone del Gusto torinese.
Veniamo alle sue creature, veramente ottime. La “Petrognola al farro” è un must nel suo genere: elegante, setosa e leggermente citrica si lascia bere con estrema facilità. Ormai Roberto è diventato un maestro nel trasformare il cerale principe della sua terra in birra. Lo dimostra con la “100% Farro” una bella scommessa, vinta, riuscendo a produrre una birra fresca, profumata, molto femminile, senza la benché minima percentuale di orzo ma soltanto con farro maltato in Germania.
Salutata Petrognola la rotta ci ha guidati verso valle. Prima del rientro c’era però ancora una sosta da fare, con già due ore di ritardo sul groppone. Colognora, piccola “chicca” arroccata e tutta in sasso che abbiamo poi scoperto essere stata confiscata per oltre un mese da Spike Lee per le riprese di “Miracolo a S. Anna”, sua ultima pellicola. Visita al museo della castagna, davvero bello e, a quanto pare, fra i più importanti d’Europa nel suo genere.
Il buio sempre più pesto anticipava la difficoltà nel rientrare per le cinque, non fosse perché erano già le sette e mezza passate. Ma la strada che riporta a Firenze passa per Lucca, guarda caso proprio davanti alla tana del Brutòn (come già all’andata ci aveva fatto notare il nostro navigatore che emette gemiti festosi in prossimità dei birrifici artigianali). Birrificio con relativo locale, bingo. Il parcheggio ha risucchiato la macchina, il bancone soddisfatto fame con pizza – buona – e sete con alcuni delle creazioni di Alessio Gatti. Ma questa è un’altra storia, che merita di essere raccontata di ritorno dal prossimo viaggio che, presto o tardi, ci guiderà a queste latitudini.
Birrificio La Petrognola
Via S. Felice 1
Fraz. Petrognola
56028 Piazza al Serchio (LU)
Tel. 338.1533845
lapetrognola.com