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Perché mai chiedere un giudizio su una birra?

ipaUn birraio che abita vicino a me viene spesso a trovarmi armato di un paio di bottiglie per farmele assaggiare.  Potrebbe trattarsi di nuovi esperimenti, di una birra rispedita al mittente, o qualche cosa di cui non é tanto sicuro. Una volta, dopo aver assaggiato una sua birra, l’ho chiamato per chiedergli se ce l’aveva con me e se voleva avvelenarmi. Ok, è piuttosto scortese, e uso questo tipo di sarcasmo solo con lui, visto che siamo buoni amici.

Con Carlos Brito potrei usare lo stesso tipo di sarcasmo, ma sto ancora aspettando che questo gentiluomo brasiliano mi offra la prima birra. Se un altro birraio mi chiedesse un parere sulla sua birra, e questa non fosse come mi aspettassi, cercherei un modo carino per dirglielo. E, non di minor importanza, proverei a cercare dei motivi per spiegargli perché la sua birra non mi è piaciuta quanto lui stesso si aspettava.

Tuttavia, se una birra mi delude, penso sia mio dovere dirlo. Credo che se una persona mi chiede di assaggiare la sua birra è perchè gli interessa sapere cosa ne penso. Invece non è sempre così. A volte, se il mio giudizio non è del tutto positivo, il birraio si imbruttisce e va su tutte le furie. Reagisce scontroso e scopro che si pente di essere stato il bersaglio, di cosa poi in fondo, se non di generosità?

Cosa c’è che non va in queste persone? Ritengo che la critica, certamente sostenuta da alcune spiegazioni oggettive, dovrebbe essere apprezzata in quanto informazione utile al birraio-azienda-fornitore. Ma mi sembra di sbagliare pensandola in questo modo. Spesso, questo tipo di domanda dimostra di essere soltanto una richiesta spudorata di approvazione o (ancor meglio) elogio, dove le proprie opinioni non sono richieste.

Non sono il primo a lamentarsi di questo, altri beer-writers hanno fatto lo stesso tipo di osservazione. Comunque, per dare alla mia un tocco più personale, e forse più belga, lasciatemi raccontare in breve cosa è accaduto di recente in seguito a una tale domanda. Per capire meglio la vicenda vi dico che la persona che si è rivolta a me per avere un’opinione è un “brewery hirer”, in pratica qualcuno che dovrebbe essere capace a fare la birra, ma che, non avendo (ancora) il proprio birrificio, lavora presso un birrificio già affermato.

Dunque, questo tizio mi dette da provare due birre. Dopo la prima la mia impressione fu incerta: essendo molto giovane, la birra era come uno se l’aspetta, tuttavia alcuni segni indicavano chiaramente la possibilità di un danno che sarebbe avvenuto più tardi. La seconda bottiglia fu facile da giudicare: era rancida e infetta. Quindi fu questo quello che scrissi. Introdussi ciò accennando alle possibili ragioni della natura di questo incidente, nel frattempo, devo confessare, non risparmiai affatto il birrificio. Forse fui un tantino troppo severo, dato che il birrificio in questione, già allora, aveva prodotto delle birre accettabili .

Ma secondo voi questo tizio ha provato a riflettere su quello che ho scritto, ha cercato di conciliare la mia critica con la sue conoscenze? ¡Que nada! Invece ha inviato la mia lettera intera, completa e incensurata, al propietario del birrificio. Al quale, si capisce, non sono rimasto molto simpatico e lo ha reso noto: non posso certo biasimarlo per questo. A prescindere dal piccolo particolare che un e-mail è sostanzialmente la forma elettronica di una lettera e, come tale, è soggetta alle leggi sulla privacy, quanto accaduto non è servito a nessuno. Nè a lui, né a me, né al propietario del birrificio. E, si suppone, tanto meno alla birra.

Ma allora, perché chiedere un parere?

Un commento

  1. il degustatore in quanto critico ha un ruolo difficile quanto importante soprattutto se la sua parola ha peso. niente buonismi o falsi elogi, perché attenzione a non troncare birrifici in erba, oggi non fenomenali ma comunque in crescita..