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Cene Galeotte: a tavola la birra di Pausa Café

Un evento unico dall’alto valore sociale quello previsto nella Casa di Reclusione di Volterra (PI) per venerdì 24 giugno. Per l’ultima data del fortunato quanto benefico ciclo delle Cene Galeotte, che vede i detenuti alle prese con la preparazione di un menu d’autore per il pubblico presente (necessaria prenotazione), ci sarà un ospite speciale ben noto a noi amanti della birra: Pausa Café. Questa cooperativa sociale, infatti, è da anni impegnata in un progetto realizzato con il Carcere di Saluzzo (TO) che vede i detenuti impegnati nella produzione di ottima birra artigianale.

I già sorpresi ed emozionati visitatori, si troveranno così a sorseggiare dentro al carcere di Volterra, ricavato in una fortezza medicea, come aperitivo la Martina, splendida birra a fermentazione spontanea prodotta con l’aggiunta di pere, mentre in abbinamento al dessert la Navidad, una birra natalizia complessa e avvolgente. I detenuti di Saluzzo e di Volterra saranno i veri protagonisti indiscussi della serata: i primi offrendo la loro birra, i secondi realizzando un menu d’autore. Come ogni appuntamento un noto chef aiuterà la brigata di cucina. In questa occasione sarà Cristiano Tomei del ristorante L’Imbuto di Viareggio, chef noto anche per le sfide ai fornelli della trasmissione “La prova del cuoco”,  a mettere a disposizione il proprio sapere ai cuochi/galeotti.

Alle ore venti l’appuntamento è nel cortile del carcere, nello spazio sotto le antiche mura medicee, per l’aperitivo di benvenuto, per poi proseguire con il menu servito nella cappella del carcere. Una sala da pranzo suggestiva con tanto di candele, camerieri/carcerati dall’impeccabile servizio, sommelier e vini a cura della Fisar di Volterra. Il costo della cena è di 35 euro e sarà devoluto totalmente alla campagna internazionale “Il Cuore si scioglie“, che dal 2000 vede impegnata Unicoop Firenze, insieme al mondo del volontariato laico e cattolico. Il ricavato di questo appuntamento aiuterà la realizzazione del progetto “Progetto Agata Smeralda” in favore del Brasile. Nel bicchiere oltre alle birre del birrificio Pausa Caffè, i vini offerti dall’azienda Podere La Regola di Riparbella (PI).

Per informazioni e prenotazioni:
Agenzie Toscana Turismo
ARGONAUTA VIAGGI
Tel. 055.2345040

LE CENE GALEOTTE

L’iniziativa, giunta alla quinta edizione, è realizzata grazie ad Unicoop Firenze, che come ogni anno fornirà le materie prime e assumerà i detenuti retribuendoli regolarmente, in collaborazione con il Ministero di Grazia e Giustizia, la direzione della Casa di reclusione di Volterra e l’organizzazione dello Studio Umami. Un ruolo importante è ricoperto dalla Fisar delegazione di Volterra, che oltre al servizio vini ha selezionato otto aziende i cui prodotti saranno abbinati alle cene in programma. Saranno presenti i vini di La Regola (Riparbella-PI), Tenuta di Ghizzano (Peccioli-PI), San Gervasio (Pontedera), Collemassari Grattamacco (Bolgheri), Terre del Sillabo (Lucca), Cosimo Maria Masini (S. Miniato), Castello di Vicchiomaggio (Greve in Chianti), oltre alle birre del piccolo birrificio Pausa Caffè realizzate all’interno della casa di reclusione Rodolfo Morandi di Saluzzo (TO).

Un appuntamento unico che nella scorsa edizione ha permesso a circa ottocento persone di vivere un’esperienza emozionante e formativa come quella di entrare in un carcere e avvicinarsi ai detenuti. Il ricavato che anche quest’anno sarà integralmente devoluto alla campagna internazionale “Il Cuore si scioglie”, che dal 2000 vede impegnata Unicoop Firenze, insieme al mondo del volontariato laico e cattolico. Come accaduto per gli oltre 25.000 euro della passata stagione, il denaro raccolto sarà impiegato in progetti di solidarietà.

Non bisogna dimenticare inoltre che le Cene Galeotte sono un momento importante anche per i carcerati, che, grazie anche all’esperienza formativa in cucina con gli chef, e in sala, con la Fisar di Volterra, sono riusciti ad acquisire un bagaglio lavorativo che in ben otto casi si è tradotto in un vero impiego in ristoranti locali, secondo l’art. 21 che regolamenta il lavoro al di fuori del carcere.