Fare la birra con il kit: cosa serve per partire e quanto costa
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Quando ci si avvicina al mondo della produzione di birra casalinga sembra tutto molto complicato. L’attrezzatura in vendita sui siti online è tantissima: decine di tipologie diverse di fermentatori, tubi, tubicini, rubinetti e strani attrezzi dalle forme e dai nomi più strani. La tentazione di acquistare un kit all-in-one è forte: un ordine unico con un semplice click e passa la paura. Per quanto questo approccio possa sembrare vantaggioso a prima vista, nel lungo termine può riservare delle brutte sorprese. Per contenere il più possibile i costi e non scoraggiare chi si avvicina al mondo della produzione di birra, molti di questi kit vengono messi insieme scegliendo gli strumenti tra le opzioni meno costose. Potreste così trovare nel kit la temibile tappatrice a doppia leva che vi farà passare le pene dell’inferno in fase di imbottigliamento, quando con pochi euro in più avreste potuto acquistare quella a colonna che rende le operazioni di imbottigliamento molto più fluide e dura in eterno. Inoltre, nei kit raramente viene proposto il secondo fermentatore, indispensabile nella fase di imbottigliamento. Meglio quindi spendere qualche euro in più per acquistare attrezzatura migliore, più funzionale e più duratura nel tempo. Se il set iniziale è scelto bene, con piccole integrazioni progressive si potrà facilmente passare alle tecniche produttive più avanzate senza buttare via nulla.
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Attrezzatura per la preparazione del mosto
La produzione da kit luppolati ci esonera quasi completamente da tutta quella parte del processo che viene definita “a caldo” (hot side in inglese). Il mosto è stato già prodotto per noi, comprensivo delle aggiunte di luppolo che si fanno durante la fase di bollitura. Non ci serviranno quindi grandi pentoloni per contenere i malti nella fase di ammostamento né per bollire il mosto. Avremo bisogno solo di una pentola di media grandezza che ci servirà per scaldare l’acqua da unire successivamente al mosto concentrato liquido (estratto di malto) che troveremo nella lattina del kit. Una comune pentola da 5 litri per bollire l’acqua della pasta andrà più che bene. È utile disporre di un’altra pentola, ma anche una bacinella di plastica va bene, dove versare acqua calda e lasciare in ammollo la lattina di estratto di malto (chiusa) in modo da renderlo più fluido e facilitarne l’estrazione dalla lattina. Riassumendo:
- 1 pentola da 5 litri per scaldare l’acqua che andrà miscelata con l’estratto
- 1 pentola, o anche una semplice bacinella, per scaldare a bagnomaria la lattina di estratto di malto
Latta di estratto luppolato
Solitamente la latta con il preparato per la birra è la famigerata Lager, che lager non è. Come ben saprete, il termine lager identifica quelle birre prodotte da una fermentazione a bassa temperatura con un tipo particolare ceppo di lievito. Tuttavia i lieviti in dotazione ai kit preparati solitamente sono ad alta fermentazione, per cui ad essere pignoli, dal kit lager otterremo una ale! Beh poco male. Diciamo che non sarà la vostra birra indimenticabile. Se volete puntare ad un prodotto migliore, dirigetevi verso i preparati più costosi con quantità maggiori che, per un volume finale di birra identico, aiutano a creare prodotti un po’ più interessanti.
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Attrezzatura per la fermentazione
Come abbiamo già detto, i passaggi da seguire nella produzione da kit luppolati per la fermentazione non sono diversi da quelli di altre tecniche più complesse. Con le dovute semplificazioni del caso, sono anche gli stessi passaggi praticati dai birrifici. È quindi importante selezionare con attenzione questa attrezzatura in quanto costituirà una parte importante del nostro setup per molte cotte a venire. Tutti gli accessori in elenco sono facilmente acquistabili su uno qualsiasi dei tanti siti web che vendono materiale per homebrewing. Vediamoli uno per uno.
Fermentatori
Come dice la parola stessa, il fermentatore è il contenitore in cui la birra viene lasciata a fermentare. In questa fase il lievito trasforma gli zuccheri presenti nel mosto in alcol, anidride carbonica e aromi. Il mosto deve venire il meno possibile a contatto con l’aria ma il contenitore non può essere chiuso ermeticamente per via dell’anidride carbonica (CO2) prodotta dal lievito nel corso della fermentazione. I fermentatori hanno quindi un foro al centro del coperchio dove viene applicato un gorgogliatore: questo, riempito di un liquido, lascia uscire la CO2 ma impedisce all’aria esterna di entrare. Durante la fermentazione emette il classico rumore di piccole bolle che scoppiano (un suono di cui presto non potrete più fare a meno). Acquistare due fermentatori è essenziale. Oltre che per il travaso intermedio (che molti fanno ma non è indispensabile), finalizzato a ridurre l’altezza del deposito di sedimento sul fondo del contenitore, avremo bisogno del secondo fermentatore soprattutto nella fase di imbottigliamento, come vedremo successivamente. Ne esistono di diversi materiali, più o meno capienti e più o meno costosi. Per partire è sufficiente acquistarne un paio di plastica da 30 litri in cui è possibile fermentare con serenità i canonici 23 litri di birra (durante la fermentazione viene prodotta molta schiuma che va a occupare lo spazio libero di testa). Quelli con la classica forma cilindrica sono i più comodi da spostare e pulire. Verificate che siano dotati di coperchio, rubinetto e gorgogliatore. Questi accessori sono eventualmente acquistabili a parte.
Densimetro
Il densimetro (detto anche idrometro o saccarometro) è uno strumento essenziale per il birraio. Serve per misurare la densità del mosto e della birra, ovvero per determinare la quantità di zuccheri disciolti in soluzione. È costituito da un piccolo tubicino di vetro con scala graduata collegato a un bulbo, anch’esso di vetro, che contiene al suo interno un piccolo peso. Più il liquido in cui è immerso il densimetro è denso, più questo affonda. Viene tarato dalla fabbrica per leggere il valore 1.000 quando immerso in acqua. Il mosto contiene per lo più zuccheri, quindi la lettura del densimetro fornisce un’indicazione sulla quantità di zuccheri disciolti in soluzione prima dell’avvio della fermentazione. Questa misura ci servirà per valutare l’andamento della fermentazione stessa e per calcolare il volume di alcol contenuto nella birra quando il lievito avrà mangiato tutti gli zuccheri che è in grado di metabolizzare. Non serve acquistare densimetri particolarmente costosi o addirittura ad alta precisione: uno qualsiasi con scala da 0.980 a 1.110 va più che bene. Ricordate di acquistare anche il cilindro test di plastica trasparente in cui effettuare la misura.
Tubo crystal
Sui siti dei rivenditori sono ormai disponibili diverse tipologie di tubi. Fortunatamente, in questo primo approccio alla produzione da kit ci interessa una sola tipologia di tubo, conosciuto come crystal. Si tratta di un tubo costruito in materiale adatto a venire in contatto con gli alimenti È utilizzabile per tutti i travasi di mosto e birra, purché la temperatura del liquido non sia superiore ai 60°C. A noi servirà esclusivamente per spostare mosto e birra da un fermentatore all’altro. Il diametro adatto ai rubinetti del fermentatore è in genere di 10 mm (verificate comunque sul sito del rivenditore il diametro del tubo che meglio si adatta ai rubinetti dei fermentatori che andrete ad acquistare)i. Visto il costo esiguo, consiglio di acquistarne 5 metri per stare sul sicuro e cambiarlo ogni tanto (non è facile da pulire all’interno).
Paletta
Anche se teoricamente potremmo utilizzare uno degli utensili che teniamo in cucina, è bene acquistare una paletta da dedicare alla produzione di birra. Ci sarà utile per girare l’estratto mentre lo sciogliamo nell’acqua, per ossigenare il mosto prima della fermentazione e in tanti altri momenti. Ne esistono di diversi prezzi e materiali, ma una di plastica che resiste al calore è più che sufficiente. La trovate in vendita per pochi euro su uno qualsiasi dei siti che vendono materiale per la produzione casalinga di birra.
Attrezzatura per l’imbottigliamento
Diciamocelo chiaramente: l’imbottigliamento è in assoluto il momento più noioso nella produzione casalinga di birra. Non è possibile automatizzarlo più di tanto, quindi è meglio mettersi l’anima in pace e cercare di semplificare il più possibile le operazioni acquistando da subito attrezzatura di buona qualità.
Tappi
Ne esistono principalmente di due tipologie: a corona, per i quali è necessaria una tappatrice, e meccanici, che possono essere applicati a mano. I primi sono usa e getta e hanno un costo unitario insignificante, i secondi costano di più ma sono riutilizzabili più o meno all’infinito (previo cambio periodico della guarnizione). Ciascuna delle due tipologie ha bisogno di una bottiglia adatta. Personalmente preferisco i tappi a corona per due ragioni: primo, sono applicabili alla maggior parte delle bottiglie di birra in commercio che possono quindi essere facilmente riciclate; secondo, quando regalo bottiglie da assaggiare agli amici non rischio di perdere un tappo che costa quasi mezzo euro. Alla fine l’investimento iniziale tra le due tipologie di tappo è simile se considerate che una buona tappatrice a colonna costa all’incirca quanto 50 tappi meccanici. I tappi a corona sono di due misure: 26 mm per le bottiglie piccole (le classiche da 33cl) e 29 mm per quelle grandi e alcune particolari tipologie piccole (tipo quelle con il vetro più spesso utilizzate per le birre acide). Le tappatrici generalmente sono dotate di due boccole intercambiabili per gestire tappi di entrambe le misure.
Tappatrice
A meno che non si utilizzino tappi meccanici, la tappatrice assume un ruolo importantissimo tra gli strumenti del nostro setup. Non vi fate tentare da soluzioni ultra economiche: vi faranno perdere quel poco di pazienza già messa duramente alla prova dalla già poco avvincente fase di imbottigliamento. Evitate come la peste le tappatrici a due leve fornite con alcuni kit e puntate su una buona a colonna. Il costo mediamente si aggira intorno ai trenta euro per uno strumento che merita l’investimento, dato che lo utilizzerete probabilmente per sempre.
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Scolabottiglie
Utile ma non indispensabile. Può essere rimpiazzato da un capiente scolastoviglie, ma nella maggior parte dei casi è comodo acquistarne uno per non requisire la cucina durante il lavaggio e la sanitizzazione delle bottiglie. Tenete da conto che per imbottigliare 23 litri di birra servono circa una settantina di bottiglie da 33cl che andranno sanitizzate una a una e lasciate scolare per qualche minuto. Il prezzo è irrisorio: parliamo di meno di dieci euro per un attrezzo che può tenere comodamente capovolte fino a 80 bottiglie. Ne esistono diversi modelli in vendita sempre sui principali siti dei rivenditori.
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Avvinatore
Strumento dal costo esiguo che serve per distribuire uniformemente la soluzione sanitizzante all’interno di ciascuna bottiglia. Si può evitare di usarlo nel caso si faccia un passaggio in lavastoviglie delle bottiglie subito prima del confezionamento (il vapore caldo per un periodo prolungato provvederà a sanitizzare le bottiglie pulite in precedenza).
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Dosatore di zucchero
Non ce ne vogliano i rivenditori di kit, ma questo strumento dovrebbe essere consegnato previo rilascio di porto d’armi! La stragrande percentuale di scoppi incontrollati di bottiglie è dovuta alla scarsa precisione di dosaggio di zucchero per la rifermentazione di questo strumento. Si tratta di un dosatore di zucchero che, in base alla tipologia di birra e di gasatura che si vuole dare, va utilizzato per aggiungere una quantità di zucchero nella bottiglia durante l’imbottigliamento. Sconsiglio vivamente questa pratica. È facile poi trovarsi con bottiglie sgasate da una parte e dall’altra pericolosamente sovracarbonate, che anche se non scoppiano all’apertura si sfogheranno vistosamente, con il rischio di trovarsi con la bottiglia vuota perché ha schiumato tutta nel lavandino (o peggio ancora per terra!).
Asta da travaso
Altro strumento essenziale e dal costo irrisorio. Si tratta di una asticella che si collega al rubinetto del fermentatore. Lascia passare la birra quando l’estremità tocca il fondo della bottiglia, fermando automaticamente il flusso quando si passa da una bottiglia all’altra. Impossibile vivere senza.
Bottiglie
Ovviamente per imbottigliare servono le bottiglie. Si possono acquistarne di nuove in diversi formati, oppure in alternativa potete riciclare le bottiglie delle birre che bevete. In quest’ultimo caso è necessario rimuovere l’etichetta, operazione che in alcuni casi può risultare noiosa in altri semplice (es: birre belghe e tedesche di norma basta inserirle in lavastoviglie e l’etichetta si stacca da sola). Inoltre le bottiglie recuperate devono essere accuratamente lavate. Le bottiglie devono essere marroni per evitare che la luce entri a contatto con la birra producendo il famoso difetto del “colpo di luce” che genera un aroma sgradevole. No bottiglie verde chiaro o peggio ancora trasparenti (modello Corona per intenderci).
Prodotti per pulizia e sanitizzazione
Esistono tantissimi prodotti per la pulizia e la sanitizzazione dell’attrezzatura. Purtroppo la classificazione che viene fatta sui siti dei rivenditori è spesso confusa e poco chiara, se non completamente errata. Basti pensare al classico metabisolfito di potassio, fornito spesso insieme ai kit, classificato come prodotto “igienizzante” o addirittura “sterilizzante” in grado di rendere l’attrezzatura “asettica”. In realtà si tratta di un prodotto utilizzato nel mondo del vino per inibire la fermentazione: non è in grado garantire un buon tasso di eliminazione di lieviti e batteri e non è adatto alla sanitizzazione dell’attrezzatura. Ma questo è solo uno dei tanti esempi di classificazione errata e fuorviante dei prodotti venduti agli homebrewer. Rimandando alla pagina dedicata alla sanitizzazione per approfondimenti, anticipiamo qui un paio di prodotti di facile utilizzo e bassa pericolosità facilmente reperibili e utilizzabili anche da chi è alle prime armi.
Pulizia
Per la pulizia di tutti i componenti facilmente accessibili con le mani si può utilizzare il classico sapone per piatti (magari quello con meno profumo possibile), una spugnetta non abrasiva e tanto olio di gomito. Per superfici accessibili intendo pentole, fermentatori, paletta per girare il mosto e attrezzi simili. Diverso è il discorso per rubinetti, tubi e gorgogliatori le cui superfici interne sono impossibili da raggiungere e da pulire con una semplice spugnetta. In questo caso è opportuno tenerli completamente immersi in una soluzione di acqua e un prodotto basico che rimuova le incrostazioni organiche (spesso non visibili a occhio nudo) senza necessità di strofinamento. Consiglio una dose di 8 mg/L di Chemipro Oxi sciolto in acqua ben calda (intorno ai 50°C) con ammollo di una mezz’ora. Se cercate un prodotto ancora più efficace (ma più costoso) potete provare il detergente enzimatico Enzybras. Si utilizza sempre sciolto in acqua calda nella dose di 10-15 g/L. Attenzione: il Chemipro viene venduto come sanitizzante ma è in realtà un buon detergente. Se dopo il lavaggio notate un eccessivo velo di calcare sulle bottiglie nella parte interna dei tubi, è consigliabile fare un passaggio veloce (qualche minuto di ammollo) con acqua calda e acido citrico (in granuli) nella dose di 3 g/L (si trova anche questo sui siti di homebrewing, in farmacia o su amazon – verificate solo che sia alimentare). Successivamente lasciate scolare e asciugare senza risciacquare.
Sanitizzazione
Senza entrare nei dettagli (che verranno trattati nel capitolo dedicato alla produzione all grain), è sufficiente sapere che nelle fasi di produzione occorre sanitizzare tutta la strumentazione che viene a contatto con il mosto dopo che la sua temperatura è stata riportata a temperatura ambiente. Vanno quindi sanitizzati i fermentatori, i rubinetti, i tubi, le bottiglie, la paletta per girare, i tappi e via discorrendo. La sanitizzazione non garantisce la totale asetticità dell’attrezzatura, ma riduce la concentrazione di microrganismi contaminanti che potrebbero rovinare la nostra birra producendo aromi sgraditi, eccessiva acidità o sovracarbonazione in bottiglia (birra troppo frizzante o addirittura bottiglie esplosive). In questo caso è fondamentale utilizzare prodotti adatti nelle giuste dosi, poiché non è possibile verificare “ad occhio” che la sanitizzazione sia andata a buon fine. Per la semplicità di utilizzo e la grande efficacia consigliamo come prodotto dedicato lo Starsan, da utilizzare con acqua fredda nella dose di 1,5 ml/L. Per una sanitizzazione efficace è sufficiente che si depositi un velo di soluzione sulla superficie da sanitizzare. Non c’è bisogno quindi di riempire completamente il fermentatore: basta versare la giusta dose di Starsan in qualche litro di acqua, chiudere il fermentatore e scuotere bene. Il tempo di contatto minimo è di circa 3-5 minuti. Non vi preoccupare della schiuma che eventualmente rimane nel fermentatore: anche se finisce nel mosto, la sua concentrazione è talmente bassa da non costituire alcun pericolo per la salute. L’importante è non lasciare eccessivi residui e far scolare bene la parte liquida. Come sanificante alternativo, è possibile usare candeggina non profumata diluita nella dose di 4 ml/L in acqua rigorosamente fredda. In questo caso il tempo di contatto è di 15-20 minuti. La strumentazione va ben ammollata (è preferibile riempire il fermentatore e lasciarvi gli accessori in ammollo). Il risciacquo con abbondante acqua calda è d’obbligo per togliere l’odore di candeggina che potrebbe formare nella birra composti dall’aroma di medicinale (clorofenoli). L’acqua calda di risciacquo in genere non dovrebbe veicolare una carica microbica sufficiente per contaminare nuovamente l’attrezzatura se le condutture sono ben tenute.
Quanto mi costa fare la birra in casa con gli estratti?
L’esborso economico per tutta l’attrezzatura necessaria per produrre birra con estratti (ingredienti esclusi) è molto contenuto. Se vogliamo partire con un occhio alla spesa il consiglio è quello di comprare un kit base sui 40/50 euro (es. vedi amazon). All’interno troverete:
1 fermentatore 25 litri con foro per rubinetto
1 secchio per il travaso
1 gorgogliatore
1 rubinetto
1 termometro adesivo
1 tubo per travaso
1 densimetro con cilindro
100 tappi a corona Ø 26 mm
1 paletta per birra in plastica
1 busta di metabisolfito da 250 gr.
1 spazzolino lavabottiglie
1 tubo per imbottigliamento con asta travaso
In alcune versioni è inclusa la tappatrice a due leve, ma come detto la sconsigliamo. Certo se volete soltanto provare a tastare il terreno allora potete anche usarla, ma se vedete che il germe dell’homebrewing ha attecchito in voi allora non esitate e comprate una buona tappatrice manuale a colonna e con 30-40 euro avete risolto il problema per sempre. Per pulire a basso costo potete usare il sapone dei piatti e per sanitizzare la candeggina. Poi serve l’estratto luppolato e sono 15/20 euro a seconda della tipologia. Non fate gli spilorci e spendete qualche euro invece per la bustina del lievito che quella sotto il coperchio degli estratti non è garanzia di qualità. Ipotizziamo inoltre che le bottiglie le recuperate dalle vostre bevute (altrimenti considerate 25 euro circa) e che le sanifichiate in lavastoviglie (altrimenti comprate pure avvinatore).