Dal Trentino una birra italiana con caffè di Anterivo
No, non stiamo per raccontarvi l’ennesima birra del microbirrificio danese Mikkeller, caratterizzate dall’uso più o neo massivo di caffè. Siamo in Italia, e la news di oggi si riferisce ad una birra espressione del nostro “terroir”, termine molto in voga ultimamente, brassata in Val Di Fiemme utilizzando il caffè di Anterivo, un espresso a caffeina zero. 1.200 mt. di quota, provincia di Trento, su di un altopiano soleggiato, 350 abitanti e un fiero attaccamento alle proprie radici: Anterivo oggi è questo, e il suo caffè nasce da un lupino (il lupinus pilosus) i cui semi sono stati salvati dall’oblio dalle donne del posto. Coltivato, in tempo di guerra, dai contadini della zona, veniva usato come bevanda succedanea del caffè, ottenuta dalla miscelazione dei frutti di questa pianta con orzo e frumento, e serviva anche per curare le mucche affette da disturbi digestivi. Povero di sostanze stimolanti e privo di caffeina, questo caffè non caffè rappresentava un pezzo importante della memoria storica degli abitanti di Anterivo: un progetto finanziato dalla regione autonoma del Trentino ha permesso la ricoltivazione (da giugno a settembre) di questa pianta, e, di conseguenza, la rinascita della tradizione del Caffè di Anterivo.
Il vicino Birrificio di Fiemme, aperto nel 1999 da Stefano Gilmozzi, brassa una delle sue sette birre (tutte di ispirazione tedesca) utilizzando proprio la varietà di lupino di Anterivo, ovviamente assieme ai malti d’orzo, ai luppoli e all’acqua pura della Val di Fiemme. Il risultato è la Lupinus (nei formati 0,33 e 0,75), una birra caratterizzata dall’aroma e dai sapori tostati che il lupinus pilosus le conferisce.