Birraio dell’Anno 2020: i candidati al titolo
Anche se la pandemia ha martoriato tra i tanti settori anche quello della birra, soprattutto sul versante pub, i birrifici, tra mille difficoltà, hanno continuato a produrre e i nostri 100 giudici, selezionati tra degustatori e addetti ai lavori, pur limitati negli spostamenti, sono comunque riusciti con spedizioni e assaggi diretti durante i mesi di libertà provvisoria, a testare le creazioni dei nostri birrai. Così li abbiamo interpellati, come da 12 anni a questa parte, chiedendogli chi per bravura e costanza produttiva meritasse tra gli oltre 900 colleghi la nomination al titolo (per maggiori info sul meccanismo di voto si veda il regolamento).
Come sempre il voto ha dato vita ad una classifica che individua i primi venti birrai italiani che risultano candidati al premio Birraio dell’Anno 2020 e che saranno oggetto di una seconda votazione che culminerà con l’individuazione del migliore.
Purtroppo qualche cicatrice questa pandemia l’ha lasciata anche su di noi: salta ovviamente l’evento di gennaio nato attorno alla premiazione che da tradizione riuniva a Firenze birrifici e appassionati in una tre giorni all’insegna della buona birra italiana, e salta per questa edizione anche il premio della categoria emergente che individua i migliori talenti con attività inferiore ai due anni (troppo difficile quest’anno monitorare le nuove realtà).
Ma veniamo ai candidati a Birraio dell’Anno 2020. Questi i 20 produttori italiani che si sfideranno per l’ambito titolo che sarà annunciato domenica 17 gennaio 2021:
Candidati a Birraio dell’Anno 2020
Agostino Arioli del Birrificio Italiano di Limido Comasco (CO)
Fabio Brocca del Birrificio Lambrate di Milano
Samuele Cesaroni della Brasseria della Fonte di Pienza (SI)
Enrico Ciani del birrificio Birra dell’Eremo di Assisi (PG)
Luigi D’Amelio del birrificio Extraomnes di Marnate (VA)
Pietro Di Pilato del birrificio Brewfist di Codogno (LO)
Giovanni Faenza del birrificio Ritual Lab di Formello (RM)
Pietro Fontana del birrificio Birra del Carrobiolo di Monza (MB)
Conor Gallagher Deeks del birrificio Hilltop di Bassano Romano (VT)
Lorenzo Guarino del birrificio Rurale di Desio (MB)
Luciano Landolfi del birrificio Eastside di Latina
Emanuele Longo del Birrificio Lariano di Sirone (LC)
Gino Perissutti del birrificio Foglie d’Erba di Forni di Sopra (UD)
Nicola Perra del birrificio Barley di Maracalagonis (CA)
Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani del birrificio MC77 di Serrapetrona (MC)
Marco Raffaeli del birrificio Mukkeller di Porto Sant’Elpidio (FM)
Luigi Recchiuti del birrificio Opperbacco di Notaresco (TE)
Mauro Salaorni del birrificio Birra Mastino di San Martino Buon Albergo (VR)
Marco Valeriani del birrificio Alder di Seregno (MB)
Josif Vezzoli del birrificio Birra Elvo di Graglia (BI)
Tra le novità nella rosa dei candidati c’è da segnalare l’ingresso annunciato di Marco Valeriani che dopo due titoli vinti al timone di Hammer e l’anno di pausa dovuto alla non candidabilità per il cambio birrificio avvenuto nel 2019, torna alla ribalta con la sua nuova realtà Alder. Prima volta tra i 20 per Enrico Ciani dell’umbro Birra Eremo che sicuramente si è fregiato di un anno particolarmente positivo grazie alle conferme nel campo IGA e sour e alle novità luppolate in lattina. Molte come sempre le conferma dalla Lombardia che si dimostra regione leader non solo in termini numerici ma anche qualitativi con birrifici del calibro di Birrificio Italiano, Lambrate, Lariano, Extraomnes, Brewfist, Rurale e Carrobiolo (che ritornano tra i big dopo una pausa di due anni), oltre al già citato Alder. Confermata la compagine marchigiana composta dal duo MC 77 e Mukkeller, rispettivamente 1° e 3° nella scorsa edizione, oltre al toscano Brasseria della Fonte, e al trio laziale Hilltop, Eastside e Ritual Lab, quest’ultimo trascinato da Giovanni Faenza capace di sfiorare per ben due volte la vittoria nelle ultime due edizioni (2° in entrambe le occasioni). Trovano posto anche l’abruzzese Opperbacco, che continua a far parlare di sé soprattutto con la sua linea dedicata alle fermentazioni spontanee e all’incontro con il mondo del vino, il friulano Foglie d’Erba, tranne per un’edizione sempre presente nei piani alti della classifica, il sardo Barley, maestro indiscusso del genere IGA, e i due leader delle basse fermentazioni: il piemontese Elvo e il veneto Mastino.
Una cosa è certa: sarà battaglia vera per l’assegnazione del titolo. Per rimanere aggiornati sulla premiazione e su eventuali iniziative collaterali si consiglia di monitorare il sito della manifestazione e la pagina facebook dell’evento.