Birra sempre più donna. Si parla di produttori industriali – e che produttori: SabMiller, secondo colosso a livello mondiale, alle spalle del solo trust AB-InBev – intenti a soluzioni per riposizionarsi sul mercato. E così il gruppo britannico-sudafricano (proprietario di marchi come Pilsner Urquell e Peroni) è a alla ricerca di un partner creativo (un’agenzia pubblicitaria, insomma) per il lancio globale di una nuova birra. La dirigenza ha contattato già diversi indirizzi; e pure nel massimo riserbo che circonda l’operazione, si sa che l’obiettivo è di spostare il target della compagna da quello dei (soli) uomini e ragazzi che guardano lo sport in tv a segmenti diversi: quello dell’abbinamento d’eccellenza con piatti di livello e quello del pubblico femminile.
Un orientamento, questo, che collima evidentemente con gli obiettivi di fondo della nuovissima campagna promossa in Italia da AssoBirra, intitolata Birra io t’adoro e rivolta con risolutezza alla platea del gentil sesso. Mentre la ricerca di un feeling con la cucina di qualità – secondo altri indizi che è dato di “annusare” – sembra orientare, nella progettazione della nuova etichetta, verso un biglietto da visita che ammicchi al momento di forte consenso che circonda il prodotto artigianale o quantomeno tradizionale.