Tap X: anche Schneider Weisse si piega alla moda e usa luppolo neozelandese
La Germania, lo si sa, è il paese della “tradizione” birraria per eccellenza, ancorato, per la maggior parte dei prodotti, all’Editto della Purezza redatto quasi cinque secoli fa. I tedeschi sono da sempre fedeli alla propria birra, e ancor di più ai propri birrifici, dai quali difficilmente si staccano, degustativamente parlando. La Brauerei G. Schneider & Sohn è uno dei principali alfieri di questa tradizione birraria secolare, con un portfolio birrario popolato di prodotti splendidamente coerenti con i gusti e la storia della birra tedeschi. Ma anche il tradizionalissimo birrificio tedesco sembra essersi piegato al vento della novità, almeno per una volta.
La Schneider Weisse ha infatti da poco rilasciato sul mercato una birra, la Schneider Mein Nelson Sauvin, del tutto “nuova”, per gli standard produttivi interni alla fabbrica, ma anche per la Germani stessa, che sembrava essere al riparo dalle tendenze brassicole più modaiole. La Schneider Mein Nelson Sauvin è birra celebrativa, che il birrificio tedesco ha prodotto per festeggiare il 25° anniversario dell’apertura dell’ ABT cafes in Olanda: una weizenbock di 7,3% vol., dorata, imbottigliata e fatta rifermentare in bottiglie da 0,75. Ma la novità assoluta sta nell’impiego del modaiolo luppolo neozelandese Nelson Sauvin, cavallo di battaglia di molti dei birrifici più trendy in giro per il mondo, ma mai usato (per quello che ne so) nelle birre tedesche. Un luppolo esotico, sviluppato in Nuova Zelanda, che ha la grande capacità intrinseca di conferire alla birra un carattere fresco e fruttato, tipico del vino bianco, soprattutto del Sauvignon, con le sue note che richiamano alla mente il sapore dell’uva spina.
Si è aperta una nuova strada anche in Germania?