Pericolo scampato: tasse invariate per il settore birra
Fortunatamente sono stati ritirati i cinque emendamenti che erano stati presentati nelle Commissioni Finanze Attività produttive e Agricoltura della Camera del Deputati e che proponevano un aumento delle imposte sulla produzione e sul consumo di birra (come riporta ieri Cronache di Birra).
Al momento dunque il pericolo pare scongiurato o quanto meno rimandato. Un incremento della tassazione sarebbe stato sicuramente un problema per i birrifici italiani, che oltre al calo dei consumi devono fare i conti con una pressione fiscale fra le più alte di tutta Europa. In effetti, anche se l’ultimo aumento risale al gennaio del 2006, l’imposta nel solo biennio 2004-2006 era stata innalzata di oltre l’80% arrivando a pesare fino al 30-35% sul prezzo di vendita finale, con un’incidenza di circa 25-35 centesimi di euro per litro.
Soddisfazione trapela nelle parole di Filippo Terzaghi, Direttore di Assobirra, che in questi giorni si è profuso per il ritiro delle proposte: "Questa volta abbiamo rischiato veramente molto perché gli emendamenti erano avvallati da soggetti autorevoli e prevedevano il finanziamento di settori molto forti in Italia. Fortunatamente siamo riusciti, grazie anche all’ampia diffusione che in questi ultimi gioni ci hanno concesso i media, a far comprendere, in sede politica, la pericolosità di un emendamento che avrebbe penalizzato un settore come quello della birra, già in crisi di consumi e con una tassazione sulle spalle più elevata rispettò alla media europea. Fortunatamente negli ultimi anni le proposte presentate in parlamento e coperte a livello finanziario con l’aumento dell’accisa sono notevolmente diminuite, ma il pericolo rimane comunque presente. Per questo è opportuno che sia il settore industriale della birra che quello artigianale facciano sentire la propria voce e spieghino bisogni e problematiche".